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Usa, ok della Corte suprema alla riforma sanitaria. Obama esulta

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Usa, ok della Corte suprema alla riforma sanitaria. Obama esulta

NEW YORK - Obamacare è sopravvissuta all'ultima grande sfida legale per affossarla: la Corte Suprema americana ha deciso che tutti i sussidi ai redditi più bassi per comprare le polizze sanitarie sono legittimi. Il meccanismo degli aiuti pubblici è stato essenziale per garantire l'ampliamento dell'assistenza a milioni di americani nei cinque anni da quando la riforma è stata approvata.

L'Alta Corte è stata chiamata a esprimersi in particolare sui sussidi elargiti dai cosiddetti ”mercati” sanitari organizzati e gestiti dal governo federale in ben 34 stati su 50, perché le autorità locali non avevano potuto o voluto metterli in atto. Questi exchange permettono a famiglie e individui di fare shopping comparativo tra le polizze e richiedere gli aiuti. Ben 6,5 milioni di sussidi erano a rischio qualora i magistrati avessero deciso di bocciare l'amministrazione Obama, facendo scattare improvvisi e drastici rincari. Oggi i contributi pubblici, proporzionali al reddito, coprono tre quarti dei premi medi degli assistiti attraverso gli exchange, tra i quali sei su dieci prima non avevano alcuna copertura.
La prospettiva di un svuotamento dei sussidi preoccupava enormemente anche le aziende del settore sanitario e assicurativo, che con la riforma hanno riorientato il loro modello di business e di polizze. Dopo la decisione, considerata incerta fino all'ultimo, i titoli di numerosi colossi dell'assistenza si sono cosi' impennati a Wall Street: HCA Holdings è salita dell'8% e Tenet Healthcare e Community Health System hanno guadagnato il 9 per cento.

Obama ha accolto con grande soddisfazione la sentenza: «Dopo più di 50 tentativi in Congresso per affossare o indebolire questa legge - ha detto - dopo un’elezione presidenziale giocata in parte su questa legge, dopo svariati ricorsi alla Corte suprema, l’Affordable Care Act è qui per restare».

Gli avversari della riforma - rappresentati da quattro residenti della Virginia che avevano sporto denuncia - avevano fatto leva su una formulazione ambigua contenuta nella legislazione, l'Affordable Care Act, che indica come i sussidi siano a disposizione di chi compra polizze attraverso gli exchange degli stati senza menzionare esplicitamente i mercati gestiti a livello locale dal governo federale. Ma con un voto di sei contro tre la massima autorita' giudiziaria americana ha scelto un'interpretazione ampia della riforma, che conferma i regolamenti emessi dal fisco americano, l'IRS, per orchestrare i sussidi in tutti gli stati.

«Il Congresso ha approvato la riforma per migliorare il funzionamento dei mercati assicurativi nella sanità, non per distruggerli», ha scritto nel dispositivo della sentenza a nome della maggioranza il giudice e presidente della Corte Suprema John Roberts. «I sussidi sono necessari perche' gli exchange federali possano operare alla pari di quelli statali e per evitare esiti disastrosi che il Congresso chiaramente intendeva scongiurare». Le 21 pagine della decisione sono state sottoscritte dal centrista Anthony Kennedy e dai liberal Ruth Bader Ginsburg, Steven Breyer, Sonia Sotomayor e Elena Kagan. Contrari solo gli ultra-conservatori Antonin Scalia, Clarence Thomas e Samuel Alito.

È la seconda volta in pochi anni che la legge, la principale iniziativa di politica sociale di Obama, arriva davanti alla Corte Suprema per uno scontro cruciale. Anche in precedenza si era risolto a favore di Obamacare: nel 2012 i magistrati aveva affermato la costituzionalita' del principio fondante della riforma, l'obbligo per gli individui di avere una polizza di assistenza sanitaria.

Ma se le battaglie legali contro la legge appaiono forse al tramonto, le sfide politiche sono tuttora aperte. I candidati presidenziali repubblicani per la Casa Bianca del 2016 sono scesi in campo per criticare la scelta della Corte e hanno ribadito che il tema del ripudio o quantomeno d'una sostanziale modifica di Obamacare, per sostituirla con una riforma maggiormente incentrata sul libero mercato, resta nella loro agenda. «Obamacare è una cattiva legge», ha detto il senatore Marco Rubio. «Quando sarò presidente aggiustare il nostro scassato sistema sanitario sarà una delle mie priorità», ha fatto sapere Jeb Bush.

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