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È il Belgio il Bengodi del welfare: così attrae i migranti Ue

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in controtendenza

È il Belgio il Bengodi del welfare: così attrae i migranti Ue

Sussidi di disoccupazione, reddito minimo, benefits sociali. Costituiscono un'attrazione non secondaria per quella fascia di migranti interni alla Ue, cittadini per nascita o di recente acquisizione di Paesi europei. In tempi di declino del welfare il Belgio sembra in controtendenza. La crisi economica si è fatta sentire anche da queste parti ma il suo impatto è stato attutito e comunque percepito in misura minore rispetto ad altri paesi.

In Belgio esiste il reddito minimo di circa 750-800 euro per chi non ha altri redditi. Il paese ha una popolazione di oltre 11 milioni e gli stranieri rappresentano oltre il milione della popolazione totale.

Come funziona il sistema di protezione sociale belga?
Basato sui contributi versati da una parte e una visione assistenziale dall'altra , riprende alcuni meccanismi del sistema Bismarckiano e Beveridgiano insieme.

Chi perde il lavoro riceve un sussidio di disoccupazione che teoricamente non ha un termine. Prima della riforma del 2012 si acquisiva il diritto al sussidio anche solo dopo un breve periodo di attività lavorativa e si poteva con quello arrivare all'età pensionabile per poi ricevere la pensione. E' il caso, probabilmente nemmeno troppo isolato, di una signora che negli anni ‘70 ha lavorato solo 3 anni per poi percepire il sussidio di disoccupazione e maturare persino il diritto alla “pensione” anticipata. La recente riforma ha introdotto delle restrizioni: il sussidio viene determinato in base all'ultimo stipendio, al numero dei componenti della famiglia, varia se si vive da soli o con coabitanti. Chi ha meno di trentasei anni deve dimostrare di aver lavorato almeno 312 giorni nell'ultimo anno e aver svolto l'ultimo periodo lavorativo in Belgio.

Per poter accedere al sussidio si deve ora dimostrare di essere in costante ricerca di un lavoro ed essere iscritti ad Actiris l'Ufficio per l'impiego della regione di Bruxelles che supporta le persone nel reinserimento nel mondo lavorativo. Gli studenti possono ottenere un sussidio: dopo un anno dalla laurea se ancora non hanno trovato occupazione possono richiedere un sostegno finanziario. I controlli per quanto riguarda il reddito minimo, mirano a verificare che non si abbiano altre entrate e sussidi, il conto bancario del destinatario è sotto osservazione per monitorarne il reddito. Nonostante queste restrizioni il Belgio può apparire come un'isola felice in cui il cittadino si senta protetto da un sistema di welfare altrove in grave crisi.
«Se si entra nel sistema di sicurezza sociale c'è sempre una copertura. Lo Stato non ti lascia solo, per questo negli ultimi anni sono aumentati anche i quaranta/cinquantenni italiani che finiti in cassa integrazione in Italia, rimanendo poi senza nulla si sono trasferiti di nuovo in Belgio».

Spiega Eleonora Medda coordinatrice dell'INCA CGIL Belgio, presente con diversi uffici per supportare i lavoratori emigrati italiani, in un paese in cui la comunità italiana di vecchia e nuova migrazione è molto numerosa. Un gruppo particolare è costituito da migranti di origine magrebina ora cittadini italiani, che preferiscono lasciare l'Italia e dirigersi in Belgio per raggiungere i parenti in cerca di lavoro e di una migliore protezione sociale. Negli ultimi quattro anni però, a fronte di questa emigrazione particolare, interna Ue e di ritorno, circa 7mila i cittadini europei hanno ricevuto una lettera “Ordre de quitter le territoire”, ossia l'ordine di lasciare il Paese: italiani, spagnoli, bulgari , francesi, inglesi, olandesi, rumeni. Il 10% delle lettere sarebbero arrivate ad italiani, 265 nel 2013, secondo dati dell'Ufficio stranieri belga.

Dopo la richiesta e anche dopo aver ottenuto il sussidio, il migrante Ue viene immediatamente e automaticamente segnalato all'ufficio stranieri che nel giro di qualche mese revocherà il diritto di residenza, ai possessori di una carta di residenza temporanea, senza la quale non si può accedere ad alcun servizio. Se per il reddito minimo la procedura d'invito a lasciare il paese parte automaticamente, per gli altri tipi di sussidi, come quello di disoccupazione, sono ancora pochi i casi di allontanamento dal territorio. E' necessaria un'inchiesta approfondita: si deve dimostrare che il cittadino Ue, presente sul territorio belga, non abbia reali chances di trovare un nuovo lavoro, in base al cv e alle lingue conosciute. Se si guardano i rapporti delle attività dell'Ufficio Stranieri belga degli ultimi anni, l'aumento degli inviti ad abbandonare il paese non sarebbe legato ad una crescita dei casi di frode nei confronti del sistema sociale belga, che rappresenterebbero solo il 5-10% dei procedimenti.

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