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verso il referendum di domenica

Grecia, Tsipras: un «no» per stare in Europa con dignità. Banche: liquidità fino a lunedì

È aumentato a circa 25mila persone il numero dei manifestanti ad Atene per il «no» al referendum di domenica in Grecia, rispetto ai 20mila scesi in piazza per il «sì». Le due manifestazioni rivali sono iniziate intorno alle 19 nel centro della capitale greca, come confermato da fonti di polizia. A piazza Syntagma, dove si trova il parlamento, i manifestanti per il no alle misure di rigore proposte dai creditori, Ue e Fmi, hanno agitato dei cartelli con le scritte «Non un passo indietro», «No al ricatto», «No a tutti i memorandum», «No fino alla fine».

A meno di un chilometro, davanti allo stadio di marmo, un sito turistico rinomato della capitale dove si svolsero i primi Giochi Olimpici moderni nel 1896, i sostenitori del «sì» hanno scandito slogan a favore dell'Europa, in un mare di bandiere nazionali e di cartelli con la scritta «sì». A inizio manifestazioni un piccolo gruppo di giovani con passamontagna ha scagliato pietre a duecento metri dalla manifestazione nei pressi del parlamento e la polizia, che ha risposto con granate stordenti, ha arrestato una persona.

Tsipras alla manifestazione per il “no”
Alla manifestazione del “no”, è lo stesso Alexis Tsipras a parlare. Domenica in occasione del referendum la Grecia darà un «messaggio di democrazia e dignità al mondo», ha affermato il primo ministro di Atene durante il suo intervento a piazza Syntagma.
«Cantiamo per superare la paura e i ricatti», ha detto alla folla che ha gremito la piazza e che lo ha ripetutamente acclamato, «L'Europa che abbiamo conosciuto, con i suoi valori fondatori, non ha niente a che vedere con tutto questo che stiamo vivendo. Restituiamo una nuova occasione alla democrazia, per farla ritornare in Europa, perché l'Europa possa tornare ai suoi valori fondatori, che per tanti anni non ha applicato. Costringendo i popoli a fare delle scelte che vanno oltre la loro volontà».
Domenica, ha sottolineato Tsipras, «daremo un messaggio di democrazia e dignità al mondo. Domenica decideremo di vivere con dignità in Europa e di avere un futuro, di essere uguali agli altri popoli dell'Europa. Nessuno ha il diritto di dire che taglierà la Grecia fuori dal suo luogo naturale».
«La Grecia è stata, è e rimarrà la culla della civiltà europea», ha ancora affermato il capo del governo di Atene, «Non lasceremo l'Europa nelle mani di quanti vogliono rapirla dalla sua tradizione democratica». «Vi invito», ha aggiunto rivolgendosi alla folla, «a dire un grande e orgoglioso no agli ultimatum, a voltare le spalle a coloro che vi stanno terrorizzando. Lunedì, qualunque sia il risultato di questo procedimento democratico che alcuni non volevano avvenisse, diremo un assoluto no alla divisione. Non abbiamo nulla da dividere tra di noi, lotteremo tutti insieme per costruire una Grecia migliore di questa».
«Vi invito», ha ancora detto Tsipras ai manifestanti per il “no”, «a mettere da parte le sirene del terrore che stanno urlando affinché voi possiate scegliere con calma in modo da prendere una decisione per una Grecia orgogliosa in un'Europa democratica. Abbiamo la giustizia dalla nostra parte, quindi vinceremo. Nessuno può nascondere questo fatto: il nostro popolo andrà avanti, la Grecia resterà in Europa nella solidarietà». «Il nostro popolo sta combattendo senza spade né pallottole. Ma ha qualcosa di assai più forte dalla propria parte: la giustizia. La giustizia è dalla nostra parte, e noi vinceremo: con l’integrità, il coraggio e la libertà», ha concluso Tsipras.

Samaras: ”sì” per restare nell'euro
«Il Sì è un voto per restare nell'euro»: così gli ha risposto l'ex premier e leader di Nea Dimokratia Antonis Samaras, ripetendo che il premier Alexis Tsipras non ha voluto ammettere «di essere stato lui a decidere la chiusura della banche» e ha parlato di «scelte antieuropee» del governo, pagate ora dai greci. Alla manifestazione per il “sì” al referendum di domenica in Grecia ha parlato anche il sindaco di Atene, George Kaminis, con un duro attacco al governo. «Dicono che faranno un accordo entro 48 ore, quando nessuno parla con loro», ha detto alla folla, secondo quanto riferisce il sito del Guardian.

Banche con liquidità fino a lunedì

Intanto, Louka Katseli, numero uno dell'associazione delle banche greche, ha detto che «Le banche greche hanno una liquidità di 1 miliardo, fino a lunedì», giorno nel quale gli istituti di credito riapriranno dopo una settimana di chiusura a causa del fallimento delle trattative con i creditori. Katseli ha fatto sapere che «la liquidità è assicurata fino a lunedì, dopo dipenderà dalle decisioni della Bce».

Il Consiglio di Stato greco respinge il ricorso contro il referendum
Nel frattempo, nella serata di venerdì il Consiglio di Stato greco ha respinto il ricorso presentato contro il referendum voluto da Atene. Il voto dunque si terrà domenica come programmato. «Domenica il referendum non sarà sulla permanenza della Grecia nell'euro. Ma sul fatto che accettiamo una politica che ha creato problemi al popolo, se accettiamo la morte lenta dell'economia e della società. Oppure se andiamo a un nuovo accordo che dirà fine a questi cinque anni disastrosi. Chiedo ai greci di votare con calma senza accettare ricatti e ultimatum. Il posto della Grecia è in Europa. Il report del Fmi conferma gli argomenti del mio Governo: il debito non è sostenibile». Lo afferma il premier greco Alexis Tsipras, in un messaggio alla nazione, chiedendo un «taglio del 30% del debito greco su vent’anni» e una moratoria di 20 anni sull'ammontare restante, in modo da assicurarne «la sostenibilità». Un “no” al referendum, ha insistito il premier, «rafforza la posizione negoziale» del Governo greco e porterebbe a «condizioni migliori» nell'accordo.

Vertice d’emergenza delle banche greche sulla liquidità
Yannis Stournaras, presidente della Banca centrale greca, ha convocato un vertice di emergenza con i ceo delle banche sistemiche elleniche per valutare le riserve di liquidità del sistema. E' quanto scrive il sito online del settimanale tedesco Focus, spiegando che all'incontro prenderanno parte anche il vice-premier, Yannis Dragasakis, e il vice-ministro delle Finanze, Dimitris Mardas. Il problema principale del sistema bancario è al momento la mancanza di banconote da 20 euro negli sportelli bancomat. Inoltre, secondo una valutazione di questa mattina, la liquidità rimasta nel sistema bancario è di circa 500 milioni, meno di 50 a persona sulla base dei 14 milioni di bancomat e carte di credito attive nel Paese.

Schäuble: situazione drammatica
«Nelle ultime settimane la situazione in Grecia è drammaticamente peggiorata». Lo ha detto il ministro Wolfgang Schaeuble alla Bild secondo un'anticipazione. Eventuali, nuovi negoziati con la Grecia «richiederanno del tempo» ha poi chiarito il ministro delle Finanze tedesco, a due giorni dal referendum in cui i greci saranno chiamati a respingere o accettare la proposta di accordo.

Juncker: se Atene vota «no» sarà drammaticamente indebolita
«Se i greci voteranno “no” al referendum di domenica, la posizione della Grecia sarà drammaticamente indebolita» nei negoziati di un eventuale nuovo programma, fa eco il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. Ma «anche nel caso» in cui il risultato del referendum greco «sarà sì, il negoziato sarà difficile», sottolinea Juncker.

I sondaggi: «sì» in leggero vantaggio
Il sì al referendum di domenica in Grecia resta in lieve vantaggio. Secondo una rilevazione condotta dall'istituto Alco e pubblicata dal quotidiano Ethnos, il 44,8% dei greci voterebbe a favore del piano dei creditori internazionali, mentre i no si fermerebbero al 43,4%. Gli indecisi sono l'11,8%. Dallo stesso sondaggio emerge che il 74% dei greci continua a volere che il Paese resti nella zona, contro il 15% che chiede il ritorno alla dracma e un 11% che non si pronuncia in merito. Ieri, un sondaggio condotto da Gpo dava in vantaggio i sì con 47,1%, contro il 43,2% di no.

I bookmaker inglesi puntano sul sì
Le grandi case di scommesse britanniche e irlandesi puntano sul sì al referendum popolare in programma domenica prossima in Grecia. Secondo quanto comunicato dall'irlandese Paddy Power, l'85% dei soldi scommessi su questo tema va al sì dei greci al referendum e anche da Ladbrokes, uno dei quattro “big” delle scommesse in Gran Bretagna, i rapporti di forza sono simili. «Due terzi delle scommesse vanno a un sì dei greci al referendum», ha detto un portavoce di Ladbrokes. William Hill, un altra grande società di scommesse ha, invece, deciso di sospendere le scommesse sul voto in Grecia a causa dell'estrema volatilità della situazione.

Il fondo salva-Stati: il mancato pagamento di Atene al Fmi è un atto di default
Il mancato pagamento della Grecia della rata del Fmi è un «evento di default» notificato al fondo salva-Stati europeo Efsf, ma il suo board dei governatori ha deciso di aspettare e «non richiedere» ad Atene il «pagamento immediato dei prestiti concessi né di usare il suo diritto ad agire», cioè di non usare alcuna delle opzioni a disposizione. «Il fondo Efsf è il più grande creditore della Grecia, questo default è causa di profonda preoccupazione. Rompe l'impegno greco ad onorare i suoi obblighi finanziari verso tutti i suoi creditori e apre la porta a severe conseguenze per l'economia e il popolo greci»: lo afferma il direttore del Efsf, Klaus Regling.

Bruxelles smentisce Varoufakis: non ci sono negoziati in corso
«Non ci sono negoziati in corso prima del referendum di domenica in Grecia». Lo ha indicato la portavoce della Commissione europea smentendo il ministro delle finanze greche Yanis Varoufakis. Il quale aveva indicato stamattina - intervistato da una radio irlandese - che dietro le quinte i negoziati con i creditori pubblici europei stanno continuando, che le posizioni sono ravvicinate e che l'unico vero ostacolo riguarda la gestione del debito di cui la Grecia chiede la ristrutturazione.

Tsipras: accordo 48 ore dopo il voto. Germania cauta
Un accordo con i creditori ci sarà senz’altro. Il referendum servirà a stabilire se sarà un buon accordo (in caso di vittoria dei “no”) o un cattivo accordo, un cedimento senza riserve alle richieste delle istituzioni internazionali. Il premier greco Tsipras vede così il senso della consultazione popolare che ha indetto per domenica e che, per la verità, più di un dubbio solleva presso il Consiglio d’Europa. Comunque, garantisce il numero uno del governo greco, «il giorno dopo il referendum sarò a Bruxelles e un accordo sarà firmato», ha detto ieri sera in un'intervista alla tv Antenna, assicurando che la firma di un'intesa arriverà entro 48 ore dal voto.

Ma la Germania è cauta. «La porta resta aperta ma aspettiamo il referendum e non facciamo speculazioni». Lo ha detto il portavoce di Angela Merkel, rispondendo a una domanda sulla posizione di Tsipras che ritiene raggiungibile un accordo in 48 ore anche nel caso vincesse un “no”. Dopo il referendum ci si troverà in un negoziato «che ha a che fare con l'Esm e che prevede più gradini».

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