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Eurozona in territorio inesplorato. E se Atene non paga 3,6 miliardi…

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effetto referendum

Eurozona in territorio inesplorato. E se Atene non paga 3,6 miliardi alla Bce entro il 20 luglio...

Con la netta vittoria del «no» al referendum in Grecia (e dire che i bookmakers nel week end pronosticavano il «sì» con ampio vantaggio) siamo entrati ufficialmente in un territorio inesplorato. A conti fatti per la prima volta nei 15 anni di storia dell’Eurozona uno dei Paesi dell’area valutaria si esprime contro le decisioni prese da Bruxelles, gettando il guanto di sfida.

Domani alle 13 si terrà un incontro straordinario dei ministri delle finanze della zona euro. Per domani l’Eurogruppo «attende - si legge in un comunicato appena pubblicato - nuove proposte dalle autorità greche». Oggi intanto la cancelliera tedesca Angela Merkel volerà in Francia per incontrare in serata (a mercati chiusi) il leader francese Francoise Hollande.

In ogni caso a questo punto la prossima deadline potrebbe essere il 20 luglio. Entro questa data Atene dovrà rimborsare 3,6 miliardi di euro alla Banca centrale europea. Il mancato pagamento di 1,56 miliardi all’Fmi entro il 30 giugno ha innescato una procedura di default selettivo, tecnicamente secondo l’Fmi la Grecia è in «arretrato».

Non siamo quindi ancora al default. Le cose cambierebbero drasticamente se Atene risultasse insolvente nei confronti della Bce. A quel punto sarebbe difficile restare nell’Eurozona per quanto anche quello sarebbe un «territorio inesplorato» dato che l’uscita dall’euro non è mai stata difatti contemplata dai trattati.

Resta da capire come la Bce gestirà la faccenda della liquidità di emergenza. Ieri, dopo i primi exit pools che decretevano la vittoria del «no» la Banca centrale greca ha subito alzato la voce chiedendo alla Bce di estendere la liquidità di emergenza (il pacchetto Ela). Come dire: «adesso che ha vinto il «no» abbiamo più voce in capitolo per cui in attesa che la Merkel decida se accettare il nuovo piano con annessa la ristrutturazione del debito, noi abbiamo bisogno della liquidità per tornare a una relativa normalità e sbloccare il limite attualmente previsto di 60 euro al giorno che, alle condizioni attuali, prosciugherebbe entro venerdì 10 luglio in ogni caso la liquidità».

Bisogna anche ricordare che la Grecia ha un debito nei confronti del sistema Target 2 (una sorta di cassa di compensazione tra le banche centrali) di 100 miliardi di euro (a inizio anno era 50). Anche questo va messo nel piatto nel caso di un eventuale Grexit.

Nel frattempo che dalla politica arrivi una qualche decisione, i mercati finanziari non aspettano. Quasi certamente rimarrà chiusa la borsa di Atene e anche le banche greche. Per la borsa greca si puo' ipotizzare l'andamento verificando le quotazioni dell'Etf Greece Ftse 20, che racchiude i 20 titoli principali della borsa ateniese e quotato a Wall Street. Lunedi' della settimana scorsa accusò un crollo del 15% ma poi ha recuperato qualche posizione nelle sedute successive. Oggi il nuovo test.

twitter.com/vitolops

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