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la crisi ellenica

Grecia, Tsakalotos è il nuovo ministro delle Finanze al posto di Varoufakis

«Il messaggio lanciato ieri è qualcosa che sarà ricordato. Esso rimarrà scritto nella memoria collettiva dell'Europa»: lo ha detto Euclid Tsakalotos ricevendo le consegne da Yanis Varoufakis al ministero delle finanze ad Atene. Il neoministro ha anche aggiunto: «Non avremmo fatto tutto questo senza Varoufakis. Tutti lo dovrebbero ringraziare».

Nel discorso di insediamento Tsakalotos ha spiegato di non poter accettare al tavolo della trattativa una soluzione non praticabile per la Grecia. Dopo il referendum, i greci vogliono far capire che «si meritano di meglio». «Speriamo di continuare la discussione» con i creditori e «credo che qualcosa possa cambiare in Europa», ha aggiunto sottolineando che questo «è uno dei momento non facili della storia greca».

Euclid Tsakalotos è il nuovo ministro delle Finanze greco. Il suo nome, circolato già in mattinata, è ora ufficiale. Classe 1960, il nuovo ministro è nato a Rotterdam, e come il suo predecessore Yanis Varoufakis, è un economista che ha studiato principalmente all'estero, in particolare a Oxford. Membro del comitato centrale di Syriza, deputato dal 2012, è docente di economia all'Università di Atene. È tornato a vivere in Grecia nel 1993, e ha un lieve accento straniero quando parla greco. Tsakalotos, al pari di Varoufakis, usa molto twitter, e ritiene che il debito greco - da ristrutturare - sia al cuore della crisi ellenica. Presenta i suoi argomenti in maniera meno effervescente del dimissionario Yanis, ma non è meno drastico e radicale nella critica delle ricette economiche che hanno contribuito a generare la crisi finanziaria mondiale.

Economista noto all'elite politica di Westminster, i quotidiani britannici descrivono il nuovo capo delle Finanze elleniche come «il ministro ombra» sino ad oggi. Insomma, la sua nomina sarebbe un'ufficializzazione di una realtà già rodata nelle settimane scorse, da quando - era fine aprile - Varoufakis era stato de facto commissariato dal premier Tsipras, che gli aveva affiancato l'allora viceministro per le Relazioni Economiche Internazionali, che oggi assume le redini delle Finanze.

Contrariamente al suo predecessore, non è un outsider rispetto a Syriza, nelle cui fila milita da quasi un decennio. È stato deputato nel parlamento di Atene dal 2012, tuttavia viene considerato più un accademico prestato alla politica che un politico al lavoro in economia. Autore o co-autore di sei libri, l'ultimo l'ha pubblicato nel 2012, già alla ricerca del bandolo della matassa nella complicatissima crisi greca, con il suggestivo titolo «Il crogiuolo della resistenza: Grecia, Eurozona e la Crisi economica mondiale».

La teoria che guida il ragionamento è che il suo Paese stia pagando non solo il prezzo di turbolenze economiche, ma di una crisi di democrazia nell'eurozona. Detto questo, il nuovo ministro delle Finanze greco è un convinto difensore della necessità di tenere la Grecia nella moneta unica. E di cercare soluzioni «con sapore internazionale». Sarà lui, quindi, a dover gestire la nuova trattativa con i creditori.

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