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L'Eurogruppo attende le proposte di Atene. Dijsselbloem: «Mantenere la Grecia nell'Eurozona»

  • –dal nostro corrispondente

BRUXELLES - L'Eurogruppo sta aspettando nuove proposte di accordo da parte della Grecia per decidere se aprire negoziati in vista di nuovi aiuti finanziari. Il momento è delicato dopo il referendum di ieri nel quale una maggioranza di greci si è detta contraria ad accettare una recente bozza di intesa presentata dai creditori internazionali. Nei fatti, i partner della Grecia vogliono tenere la pressione su Atene perché ora affronti le trattative con uno spirito nuovo rispetto a quello dei mesi scorsi.

“Il risultato è molto spiacevole per il futuro della Grecia – ha detto questo pomeriggio parlando all'Aja il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem -. Per ottenere una ripresa economica in Grecia, sono inevitabili misure e riforme difficili. Aspettiamo ora una iniziativa da parte delle autorità greche”. Il ministro delle Finanze olandese ha poi precisato che mantenere la Grecia nell'unione monetaria “rimane il loro obiettivo e il mio obiettivo”.

“La vittoria dei No nel referendum di domenica complica il lavoro. Rischia di non esservi alcun vincitore. Anzi, lancia segnali ancor più negativi – ha spiegato dal canto suo il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis qui a Bruxelles -. Dobbiamo ora decidere quale strada percorrere”. L'ex premier lettone ha rinviato qualsiasi decisione ai paesi creditori che dovranno decidere se dare o meno un mandato alla Commissione perché negozi un terzo pacchetto di aiuti.

Poco prima del voto referendario di ieri, il governo Tsipras aveva presentato richiesta all'Eurogruppo di un nuovo programma biennale da finanziare con prestiti del Meccanismo europeo di Stabilità (noto con l'acronimo ESM). Nella loro riunione di mercoledì, i ministri delle Finanze avevano deciso di rinviare la decisione a dopo il referendum. L'Eurogruppo si riunirà domani per valutare il da farsi. Successivamente si terrà un vertice dei capi di stato e di governo della zona euro.

Per ora, la linea è che spetti alla Grecia fare nuove proposte di accordo per ottenere nuovi urgenti aiuti finanziari, senza i quali il tracollo è alle porte e l'uscita del paese dall'unione monetaria vicinissima. Anche da Berlino, il governo tedesco sta tenendo sotto pressione Atene. Il portavoce della Cancelleria ha spiegato che non vi sono per ora le condizioni per un nuovo negoziato in vista di un terzo memorandum di aiuti. Ha aggiunto, però, che “la porta è aperta”.

Sulla possibilità di una ristrutturazione del debito, come chiesto più volte dal governo Tsipras, il portavoce del ministero delle Finanze tedesco Martin Jäger ha ribadito che la posizione tedesca non è cambiata e rimane contraria a questa ipotesi. L'unica cosa che finora la Germania era disposta a discutere una volta adottate le riforme economiche negoziate con i partner era un alleggerimento del debito, con un allungamento delle scadenze e un taglio dei tassi d'interesse.

Il referendum di ieri è stato vinto dai No con il 61,3% dei suffragi. I Sì sono stati il 38,7%. La scelta di organizzare un voto, interrompendo i negoziati, ha provocato risentimento in molti paesi della zona euro, placatosi solo in parte con l'improvvisa scelta del controverso ministro delle Finanze Yanis Varoufakis di dimettersi. L'uomo era inviso a molti ministri delle Finanze. Intanto questa sera è previsto a Parigi un incontro tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande.

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