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Tsipras: pronti a riforme, ora un accordo per uscire dalla crisi. Atene chiede prestito di tre anni all’Esm

«La scelta coraggiosa del popolo greco, in condizioni senza precedenti, non è una scelta di rottura con l'Europa ma è la scelta di tornare ai valori che stanno alla base dell'Ue. È un messaggio chiarissimo: occorre rispetto per la scelta del nostro popolo». Così il premier greco Alexis Tsipras ha difeso gli ultimi sviluppi della sua gestione della crisi in Grecia in un discorso all’Europarlamento, dove è stato accolto con grande entusiasmo e applausi da alcuni esponenti (prevalentemente della destra e della sinistra dell’emiciclo) e anche fischiato da altri.

«La mia patria si è trasformata in un laboratorio sperimentale di austerità, ma l'esperimento non ha avuto successo. Rivendichiamo un accordo con i nostri alleati che ci porti direttamente fuori dalla crisi, che faccia vedere la luce alla fine del tunnel», ha proseguito il leader greco. «I soldi dati alla Grecia non hanno mai raggiunto il popolo, i soldi sono stati dati per salvare le banche europee e greche», ha attaccato Tsipras, sostenendo, invece, che la lotta alla disoccupazione è il primo obiettivo della sua proposta. «Vogliamo lanciare un dibattito di merito sulla sostenibilità del debito pubblico, non ci possono essere tabù tra di noi per trovare le soluzioni necessarie», ha proseguito, annunciando che oggi stesso il governo greco invierà una richiesta al Fondo Salva Stati Europeo (Esm), «ma la proposta del governo greco per la ristrutturazione del debito non è disegnata per mettere del peso extra sui contribuenti europei», ha chiarito Tsipras.

Dinanzi all'europarlamento, il premier greco ha riconosciuto l'enorme responsabilità dei governi passati nell’attuale crisi greca, che non è certo dei partner europei. «Non sono tra quei politici che dicono che i problemi nella loro patria sono colpa degli stranieri: per tantissimi anni i governi greci hanno creato uno Stato clientelare, hanno alimentato la corruzione tra politica e imprenditoria e arricchito solo una certa fetta del popolo: il 10% del popolo detiene il 56% della ricchezza del Paese; e questa enorme ineguaglianza unita ai programmi di austerity, invece di correggere, ha appesantito la crisi».

Ma, a questo punto, è il ragionamento del capo del governo di Atene, la Grecia e le istituzioni europee hanno la responsabilità di trovare nei prossimi giorni «un compromesso che eviti una rottura storica»: la crisi greca è in realtà «un problema europeo per il quale serve una soluzione europea».

In ogni caso Tsipras si è detto «fiducioso» sulla possibilità di arrivare ad una soluzione di compromesso entro la settimana, ovvero entro il termine posto dall'eurogruppo per evitare l'uscita dall'euro della Grecia. «Sono fiducioso - ha detto il premier greco in un discorso all'Europarlamento - che entro due, tre giorni riusciremo a rispettare gli obblighi nell'interesse della Grecia e anche dell'Eurozona».

Non sono mancate, però, le critiche al premier greco. Il tedesco Manfred Weber, leader del Ppe e molto vicino alla cancelliera Merkel, ha accusato Tsipras di avere, con il referendum, distrutto la fiducia in Europa: «Lei ha un bilancio catastrofico, non rappresenta la speranza», ha aggiunto. «Saranno la Spagna, il Portogallo, le infermiere in Slovacchia a pagare i suoi debiti. Lei ha organizzato un referendum, ora anche la Slovacchia lo vuole fare perché ne hanno abbastanza di pagare per voi». Di diverso tenore le considerazioni del presidente del gruppo dei socialisti europei, Gianni Pittella: «Per noi socialisti l'Europa senza la Grecia non esiste. Ci opponiamo a speculatori politici, dobbiamo fare di tutto per salvare la Grecia e salvare l'Europa». Tsipras è stato attaccato fortemente anche dal presidente del Consiglio Ue Donald Tusk: «Moralità significa pagare i debiti, non è vero che i creditori sono immorali e che i debitori sono vittime innocenti. Non è possibile continuare a spendere più di quello che si guadagna, questa è l'origine della crisi in Grecia, non la moneta unica».

Replicando alle critiche, Tsipras ha detto di voler chiedere « un taglio del debito per poter essere in grado di restituire i soldi: ricordo che il momento di massima solidarietà nella Ue è stato nel 1953 quando venne tagliato il 60% del debito tedesco, dopo la Guerra». Il premier greco ha affermato di parlare agli europarlamentari «con il cuore in mano», garantendo di non avere un «piano segreto» per far uscire Atene dall’euro e, anzi, ha ammesso che «ci sono distorsioni del passato che devono essere superate, come la questione delle pensioni. Vogliamo abolire le pensioni baby in un Paese che si trova in una situazione disastrosa. Servono le riforme, ma vogliamo tenerci il criterio di scelta su come suddividere il peso».

La lettera di Atene
Al di là del dibatitto all’Europarlamento, il presidente del Consiglio Ue Tusk ha confermato che « il presidente dell'Eurogruppo Jeroem Dijsselbloem ha ricevuto la lettera di Atene con la richiesta di un nuovo piano di aiuti: è un buon presagio in vista di domani». Dopo la richiesta di aiuto formalizzata oggi a Esm e Eurogruppo, la Grecia ha annunciato che presenterà, infatti, già domani un piano di riforme strutturali «credibile».

Atene avrebbe chiesto un intervento di salvataggio finanziario all'European Stability Mechanism di tre anni (senza precisare l’entità della somma richiesta), cominciando ad attuare alcune misure su tassazione e pensioni all'inizio della prossima settimana, e assicura di voler onorare i suoi obblighi finanziari «pienamente» e nei tempi previsti verso la Banca centrale europea. La lettera è stata inviata dal ministro delle finanze Euclid Tsakalotos al presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem e al dg dell'Esm Klaus Regling. La lettera non contiene, però, molti altri dettagli sull'attuazione delle misure che il governo greco si impegna a prendere nei prossimi giorni. Sul debito si afferma che «come parte di una discussione più ampia da fare, la Grecia valuta positivamente l'opportunità di esplorare misure potenziali per rendere il debito verso il settore ufficiale (cioè gli Stati) più sostenibile e gestibile nel lungo termine».

Dijsslebloem avvia prima fase procedura aiuti
Dopo la richiesta greca di assistenza dell'Esm, il presidente dell'Eurogruppo, che presiede anche il board dell'Esm, ha chiesto alla Commissione Ue e alla Bce di fare una valutazione della stabilità finanziaria e, con il Fmi, della sostenibilità del debito. È quanto prevede la procedura Esm per ottenere gli aiuti.

Berlino: esame richiesta di aiuti a Esm solo dopo lista riforme
Da Berlino, il portavoce del ministero delle Finanze tedesco, Martin Jaeger, ha puntualizzato che la richiesta di aiuti inviata dal Governo greco al Meccanismo europeo di stabilità, l'Esm, potrà essere esaminata «soltanto dopo che la Grecia avrà presentato una ampia lista con le riforme» che intende attuare. «Per noi - ha detto - è chiaro che il vero esame della richiesta può solo iniziare quando ci sarà l'intero pacchetto sul tavolo». La Germania si aspetta «un programma di riforme complessivo e orientato al futuro». Il governo tedesco, ha concluso infine Jaeger, «è pronto a gestire qualsiasi evoluzione della situazione».

Bce lascia ferma Ela a 89 miliardi
Intanto, la Banca Centrale Europea lascia ferma la liquidità di emergenza (Ela) alle banche greche a 89 miliardi di euro. Lo riferisce Bloomberg, citando fonti vicino alla vicenda.

Il pressing Usa: Atene deve restare nell’euro
Nella vicenda greca fa capolino, ancora una volta, il governo degli Stati Uniti, deciso a favorire la posizione di Atene all’interno dell’Eurozona. Il segretario al Tesoro Usa, Jack Low, sostiene che un collasso greco non serva, «sarebbe un errore geopolitico» mentre l’uscita della Grecia dall’euro «richiederebbe dolorosi aggiustamenti». Secondo Lew «il debito della Grecia è insostenibile» e «l'Europa deve ristrutturarlo». Il ministro dell'Economia greco, Euclid Tsakalotos, conferma, nella lettera inviata all’Esm e all’Eurogruppo, «l'impegno della Grecia a restare membro dell'Eurozona e a rispettare le regole e le norme come stato membro».

Lagarde: nessun favoritismo a Grecia
La crisi della Grecia è «grave» e richiede risposte urgenti. Lo afferma il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, sottolineando che Atene si deve impegnare nel risanamento e nell'attuazione di significative riforme. Ma il Fmi deve rispettare le regole: non può riservare un trattamento speciale alla Grecia, spiega Christine Lagarde, sottolineando che il Fondo resta impegnato ad aiutare la Grecia se Atene lo chiede.

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