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Draghi sul dossier greco: questa volta è veramente difficile

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in volo con il presidente bce

Draghi sul dossier greco: questa volta è veramente difficile

È un volo molto affollato l’AZ 159 Bruxelles-Roma di ieri mattina. Per tutta la durata del volo al posto 1A il presidente della Bce Mario Draghi passa quasi inosservato, un passeggero tra i tanti. Solo una volta atterrati risponde a un cenno di saluto con parole che lasciano trasparire tutta la difficoltà del momento. «Presidente, riuscirà davvero a chiudere il dossier greco?» Domandiamo. Draghi fa una smorfia, guarda in basso e poi dice: «Non so, questa volta è veramente difficile». Ancora non sa, forse, che Tsipras sta inviando a Bruxelles l’ultima offerta (abolizione delle baby pensioni e aumento dell’Iva).

«E se dovesse arrivare prima o poi una telefonata di soccorso da parte di Putin a Tsipras?» «Non credo - sembra sicuro - non mi pare un vero rischio, e poi non hanno soldi neanche loro...». Il volo da Bruxelles era partito in ritardo. Le hostess dell’Alitalia stanno per chiudere il portellone quando il presidente della Bce Mario Draghi si siede rapido in prima fila, al suo fianco una massiccia guardia del corpo teutonica. Sul viso del presidente della Bce si legge tutta la stanchezza accumulata negli ultimi giorni per la crisi greca, il lavoro preparatorio per gli Eurogruppi ed Eurosummit prima e dopo il referendum di Atene. Chi non lo vede da qualche mese non fatica a scorgere più di qualche capello bianco in più.

Draghi appare provato e non tanto per le poche ore di sonno quanto per il peso di responsabilità enormi. Uscendo, l’altra notte, dall’Eurosummit la stessa cancelliera Merkel è stata chiara: «La Bce può fornire liquidità ad Atene solo fino a domenica, poi non ne ha più». Non deve essere facile sentire sulle proprie spalle tutto il peso di un popolo in difficoltà, in fila davanti ai bancomat per ritirare solo 60 euro. Draghi non parla con nessuno. In un volo pieno zeppo di giornalisti e funzionari reduci dalla nottata di Bruxelles scambia solo qualche timido sorriso. Accanto a me una turista russa di San Pietroburgo con destinazione Forte dei Marmi sfoglia distrattamente i giornali.

Guarda la foto di Draghi accanto alla Merkel e Tsipras poi mi si rivolge con sguardo interrogativo e dice indicando Draghi: «It seems we’re travelling with the Man of the day». Sì, stiamo davvero viaggiando con “l’uomo del giorno”. Ma è un uomo affaticato che cerca di restare calmo e concentrato per le sfide che lo attendono. Rapida lettura dei messaggi sul telefonino prima del decollo, poi lettura dei giornali e qualche cosa da bere. Poi il riposo accompagnato dalla musica di un ipod. Forse nella sua mente ripensa a quella frase confessata una volta in un libro-intervista a Stefania Tamburello: «Nelle trattative i problemi devono essere affrontati in modo diretto – diceva - non ha alcun senso girare loro intorno e fare compromessi quando esiste una soluzione sola».

Un’ora e quaranta minuti di volo e si atterra a Fiumicino. Il presidente della Bce esce nel caldo torrido di Fiumicino e scende dalla scaletta. Ai piedi è già pronta l’auto degli Aeroporti di Roma con aria condizionata al massimo per portarlo all’uscita vip. Un week end anticipato a sud di Roma o nella campagna umbra. Giusto il tempo per rilassarsi un po’ e poi riprendere la strada di Bruxelles tra sabato e domenica. La sfida continua.