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Fmi: nessun contagio greco. E rialza le stime per l’Italia

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AGGIORNAMENTO DEL WORLD ECONOMIC OUTLOOK

Fmi: nessun contagio greco. E rialza le stime per l’Italia

FRANCOFORTE - Il Fondo monetario non vede per ora significativi effetti di contagio dal caso Grecia al resto dell'Eurozona, per la quale ha confermato oggi una previsione di crescita nel 2015 dell'1,5%, identica a quella avanzata ad aprile, mentre ha ritoccato al rialzo, all'1,7%, la previsione per il 2016. In rialzo le stime sull'Italia, allo 0,7% quest'anno (dallo 0,5) e all'1,2% l'anno prossimo (dall'1,1).

«Lavoriamo per una soluzione positiva, perché la Grecia resti nell'area euro», ha detto il capo economista dell’Fmi, Olivier Blanchard. La Grecia, ha affermato, ha sofferto e soffre, ma «soffrirebbe ancora di più nel caso di uscita dall’euro». L’economista ha però ricordato che l’economia greca rappresenta meno del 2% di quella dell’Eurozona e meno dello 0,5% di quella mondiale. Un accordo, ha detto, ricordando quanto già scritto nel suo blog il mese scorso, richiederà uno sforzo da entrambe le parti: per la Grecia su aggiustamento dei conti e riforme strutturali e per i creditori nuovi finanziamenti e un alleggerimento del debito. All’eventuale ristrutturazione del debito non parteciperà però l'Fmi, secondo il suo capo economista. «Abbiamo delle regole e sono buone regole. Abbiamo 188 Paesi membri, la maggior parte dei quali sono più poveri della Grecia e non hanno avuto le facilitazioni che ora vengono richieste per Atene», ha affermato Blanchard, ricordando che la Grecia è in questo momento in arretrato verso l'Fmi, dopo che non ha rimborsato 1,55 miliardi di euro dovuti a giugno, e fino a che non ha pagato gli arretrati non può ricevere altri finanziamenti.

La Grecia resta fra i rischi dello scenario economico globale, secondo l'aggiornamento del “World Economic Outlook”, ma gli economisti dell'Fmi appaiono fiduciosi che «azioni tempestive di politica economica dovrebbero aiutare a gestire tale rischio se si dovesse materializzare».

Nell'analisi del Fondo, le conseguenze più pesanti sono state finora per la Grecia stessa, dove l'evoluzione in corso «è probabile che abbia un impatto negativo sull'attività economica più pesante rispetto alle aspettative precedenti». Il documento, più succinto di quello presentato a primavera e in autunno, non indica le cifre della crescita greca, mentre rivede al rialzo quelle di Paesi dell'area euro come Italia e Spagna. Quest'ultima crescerà del 3,1% quest'anno e del 2,5% il prossimo.

«La chiusura delle banche greche e il successivo referendum, insieme all'aumento dell'incertezza sulle prospettive e la natura di ogni futuro sostegno da parte della comunità internazionale hanno condotto a spread nettamente più alti sui titoli di Stato greci, specialmente sulle scadenze più brevi», osserva il rapporto. Altrove, secondo l'Fmi, le reazioni dei mercati finanziari sono state relativamente modeste, con qualche declino dei prezzi delle attività rischiose e un modesto aumento delle obbligazioni considerate un “bene rifugio”. Il Fondo nota che restano alcuni rischi che riemergano stress finanziari, come mostrano i recenti aumenti dei rendimenti in alcuni Paesi dell'area euro.

Su scala globale, l'Fmi ha ritoccato al ribasso le previsioni di crescita 2015, dello 0,2% al 3,3, con una accelerazione al 3,8% (invariata) nel 2016. La riduzione delle stime per quest'anno è dovuta soprattutto all'aggiustamento per gli Stati Uniti, dove la crescita è prevista ora al 2,5% contro il 3,1% in aprile, per effetto di fattori come il cattivo tempo e la chiusura di alcuni porti e i tagli agli investimenti nel settore del petrolio..

Continuano a rallentare i Paesi emergenti, che cresceranno quest'anno del 4,2%, contro il 5% del 2013 e il 4,6% del 2014. Si fanno sentire la debolezza dei prezzi delle materie prime e le condizioni più restrittive dei finanziamenti, ma anche il “riequilibrio” della Cina, dove l'Fmi nota anche il recente forte ribasso della Borsa di Shanghai. L'economia cinese ha progressivamente frenato dal 7,7% del 2013 al 7,4 del 2014 al 6,8% di quest'anno e al 6,3% atteso per il prossimo. Fra gli altri grandi emergenti, il Brasile accuserà quest'anno una contrazione dell'1,5% e la Russia del 3,4% (nel caso di Mosca, però, le stime sono state leggermente ritoccate al rialzo).

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