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5/5 Grecia-Ue, piani a confronto / Privatizzazioni

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    5/5 Grecia-Ue, piani a confronto / Privatizzazioni

    LA POSIZIONE DEI CREDITORI

    Rilanciare il piano di dismissioni congelato
    La privatizzazione di asset in mano pubblica è rimasto uno dei cardini delle richieste dei creditori nelle trattative con Atene per sbloccare l’ultima tranche del vecchio programma di aiuti, poi scaduto. Un costante motivo di tensione, visto che Syriza, al momento del suo insediamento al governo, le aveva sostanzialmente congelate. Nell’ultima proposta inviata ad Atene dalla Commissione europea si chiedeva alle autorità greche di procedere con la privatizzazione degli asset in gestione all’agenzia per le privatizzazioni Hrdaf (finora del tutto insoddisfacente in termini di entrate) e con una calendarizzazione precisa per le dismissioni di porti e aeroporti.

    LE RICHIESTE DI ATENE

    Ok ai creditori, esclusa la società elettrica
    Si privatizzeranno gli aeroporti regionali, il vecchio aeroporto di Atene Hellenikon, i porti di Salonicco e del Pireo.
    Anche le azioni ancora in mano al governo della Ote, il colosso della società di telecomunicazioni greca, dovranno passare all’agenzia delle privatizzazioni.
    Per il momento, però, rimane fuori la Dei, il monopolista dell’energia elettrica, altra “linea rossa” fissata dal ministro dell’Energia Panagiotis Lafazanis. In compenso entra in rampa di lancio la società di trasmissione dell’energia elettrica Admie, su cui in passato c’erano state delle manifestazioni di interesse da parte della società italiana Terna.

    LA DISTANZA

    La convergenza c’è stata, con l’eccezione rilevante del monopolista dell’energia elettrica Dei. Il vero problema per le privatizzazioni sarà l’eventuale attuazione del piano, considerando la linea ondivaga di Syriza nei primi mesi di governo e le entrate deludenti anche quando al potere non c’era il partito di Tsipras.

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