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Tsipras più debole, ma senza avversari

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la crisi dell’eurozona

Tsipras più debole, ma senza avversari


Antonis Samaras, ex leader di Nea Dimokratia ed ex premier ieri notte ha salvato con i 78 voti del suo partito il governo Tsipras e il paese dal disastro. Anche Evanghelos Venizelos, ex presidente del partito socialista Pasok, ha contributo a correre in soccorso al premier per evitare il tracollo del paese che da due settimane ha le banche chiuse. Tsipras non ha più una chiara maggioranza visto che su 149 deputati di Syriza ben 17 non se la sono sentita di votare la manovra di 13,5 miliardi di aumenti di tasse e tagli alle pensioni. Dei 17 due hanno votato no, otto si sono astenuti (tra cui il ministro dell'Energaia Panagiotis Lavazanis e il presidente della camera Zoe Kostantopoulou) e sette non si sono presentati tra cui l'ex ministro Yanis Varoufakis.
La maggioranza in teoria non c'è più visto che i 12 voti di comporto che la tenevano a galla sopra i 150 necessari su 300 totali sono svaniti nonostante i 13 voti di Anel, i nazionalisti di Panos Kammenos, siano rimasti in blocco a votare per il governo. In teoria, dicevamo, perché astenersi (otto voti) non vuol dire essere contrari, ma esprimere malessere. Dissenso ma non al punto di far affondare il governo. La via è diventata stretta. Allargare la maggioranza? Forse, ma Tsipras non pare favorevole a percorrere questa strada. Cercare di recuperare i dissidenti? Probabile, magari minacciando il voto anticipato. Syriza ha il 36% dei consensi e Nea Dimokratia è in piena tempesta con il 19% dei consensi e una lotta intestina in corso tra Dora Bakoyannis e il vecchio establishment che non riesce a coagulare un nuovo leader. Tsipras è debole, ma non ha avversari e questa è la sua vera forza.

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