«Ora è chiaro: ci vogliono schiacciare. Adesso basta»: lo ha detto il ministro della Difesa e leader del partito Greci Indipendenti, Panos Kammenos, in un tweet. Il suo partito sostiene con 13 deputati il governo di Tsipras e i suoi voti sono decisivi per avere la maggioranza. In occasione del voto di venerdì notte sul piano Tsipras i 13 deputati di Anel hanno votato compattamente a favore. Una rottura con Kammenos dunque rafforzerebbe l’ipotesi di una cambio di maggioranza in Grecia.
Altre reazioni non ufficiali vanno nella stessa direzione. Il piano di salvataggio messo a punto dall'Eurogruppo per avviare un negoziato sul debito greco è «molto negativo» secondo quanto riferiscono fonti del Governo di Atene citate dal quotidiano Guardian. «Il testo, nel suo complesso, è molto negativo. Stiamo provando a trovare soluzioni alternative», ha affermato la fonte sottolineando che Atene sta ormai esaurendo i soldi e i negoziati devono partire senza indugio.
Anche dalla delegazione greca a Bruxelles giungono risposte molto negative ad alcune delle proposte inserite nella bozza dell'Eurogruppo. Sono due le proposte che più fanno irritare i greci: la prima è l’idea avanzata dalla Germania di conferire beni da privatizzare per un valore di 50 miliardi di euro ad un fondo di riscatto del debito greco, proposta definita «su un altro pianeta», specialmente per il suo valore molto elevato. La seconda è l’ipotesi di un’uscita temporanea della Grecia dall’euro per almeno 5 anni, ventilata in maniera informale dal Governo tedesco per favorire una ristrutturazione del debito ellenico che non sarebbe possibile all’interno dell’area euro perché vietata dai Trattati.
Fonti del governo greco citate da France Presse riferiscono che la Grecia non può permettersi di aspettare nemmeno tre giorni per un’intesa con i creditori, perché ormai la situazione nelle banche è diventata troppo grave.
L'Eurogruppo dei ministri delle Finanze ha elaborato una bozza di accordo, non chiusa e girata ai leader dell'area valutaria, che come precondizione dell'avvio di un negoziato su un piano di aiuti prevede che in tre giorni, entro mercoledi' 15 luglio, la Grecia approvi tutta una serie di provvedimenti, tra cui riforme dell'Iva, delle pensioni e della giustizia civile.
«Non vogliamo rinvii - ha detto al fonte del governo greco - perché nel frattempo non c’è abbastanza liquidità e la situazione è grave. Giovedì sarebbe troppo tardi». La settimana scorsa il presidente dell’Associazione bancaria greca aveva detto che gli istituti avevano fondi a sufficienza solo fino a lunedì per poter garantire i prelievi al bancomat di 60 euro al giorno.
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