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Iran, storico patto sul nucleare. Obama festeggia, no di Netanyahu

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oggi a vienna la ratifica dei ministri degli esteri

Iran, storico patto sul nucleare. Obama festeggia, no di Netanyahu

L’Iran ha raggiunto un storico accordo con le sei potenze mondiali (quello che comunemente viene definito il 5+1 ovvero Stati Uniti, Russia, Francia, Cina, Gran Bretagna, cioè i cinque Paesi che hanno diritto di veto all'Onu più la Germania) grazie al quale si ferma il programma nucleare della Repubblica Islamica. In cambio la comunità internazionale metterà fine alle sanzioni contro l’Iran decise da Stati Uniti, Unione europea e Nazioni Unite. Questo è il risultato di due anni di lavoro diplomatico e diciotto giorni di colloqui a Vienna.

Alle 13 ora italiana dalla Casa Bianca il presidente Barack Obama ha iniziato a parlare e spiegare i termini dello «storico accordo» di Vienna. Il presidente Obama dichiara che almeno per i prossimi quindici anni l’Iran non costruirà nessun nuovo reattore. Se l’Iran violerà l’accordo, le sanzioni verranno subito ristabilite «perché l’accordo non si basa sulla fiducia ma sulle verifiche». L’embargo delle armi iraniane durerà cinque anni; quello per i missili balistici durerà otto. L’IAEA, l’agenzia internazionale per l’energia atomica» vigilerà sull’arsenale militare iraniano. In altre parole, «gli ispettori saranno in grado di accedere a tutti i siti sospetti», ha spiegato, precisando che i paesi negoziatori «saranno in grado di verificare» tutto quanto è previsto dall'accordo. Accordo che, dice Obama, chiude la strada all’Iran ad avere un’arma nucleare.

Il presidente Obama si rivolge anche al Congresso e dice: «Sarebbe irresponsabile allontanarsi da questo accordo» con l'Iran, e avverte: «porrò il veto a qualsiasi legge che si opporrà all'attuazione» dell'intesa sul nucleare iraniano. «Sono sicuro - aggiunge - che questo accordo è nell’interesse della sicurezza nazionale degli Stati Uniti e dei nostri alleati». La Storia dimostra - dice Obama - che l’America deve essere leader con i suoi principi.

La Russia è soddisfatta dal raggiungimento di un accordo e ritiene che l'intesa darà alle relazioni bilaterali tra Mosca e Teheran «un nuovo potente impulso» ha detto il presidente russo Vladimir Putin citato dall'agenzia Interfax.

L'accordo sul nucleare iraniano prevede di mantenere l'embargo Onu sulle armi a Teheran per altri cinque anni, affermano diplomatici citati dalla Ap. Le restrizioni Onu sul trasferimento all'Iran di tecnologia legata ai missili balistici potrebbero durare fino a otto anni.

Durante i primi dieci anni dell’accordo che si sta definendo in queste ore, l’Iran potrà continuare la ricerca e lo sviluppo (R&D) dell’uranio per le centrifughe, si legge nel testo dell’accordo pubblicato sul sito web del ministero degli esteri russo rilanciato da Reuters. «L’Iran continuerà la ricerca e sviluppo ma non dovrà accumulare uranio arricchito», si legge nel testo dell’accordo. Poi si nominano una per una le centrifughe che sono incluse nel piano R&D di ricerca e sviluppo permesso dagli accordi.

Le reazioni dei governi
L’ultimo decisivo incontro è iniziato stamane alle 10.30 e ora iniziano ad arrivare i primi dettagli dell’accordo che si sta definendo questa mattina fra i negoziatori, fra cui l’americano John Kerry, l’iraniano Zarif, il russo Lavrov, l’italiana Federica Mogherini in rappresentanza dell’Unione europea.

Il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Zarif definisce l'accordo sul nucleare a Vienna «il miglior accordo possibile» anche se «non esaustivo per tutte le parti coinvolte». «Quello che è accaduto oggi mette fine a una crisi non necessaria. È un momento storico» dice Zarif secondo quanto riporta l’agenzia iraniana Students News ISNA. Il negoziatore di Teheran ha definito l’accordo un successo della «diplomazia del sorriso». Stasera stessa però il governo iraniano si riunirà con la guida suprema Khamenei. A breve il presidente iraniano Hassan Rohani terrà un discorso alla nazione. Rouhani intanto ha twittato più volte: «Oggi si apre un nuovo capitolo per la crescita e lo sviluppo del nostro caro Iran; è il giorno in cui i nostri giovani possono sognare di nuovo un futuro più luminoso».

Il premier israeliano Netanyahu ha dichiarato che «sulla base dei primi elementi che ci sono pervenuti, è già possibile dire che questo accordo «è un errore storico per il mondo», che ora sarà «più pericoloso». «Questo accordo è un accordo di resa storica da parte dell'Occidente verso l'Asse del Male con l'Iran in testa» dice la viceministra degli Esteri di Israele, Tzipi Hotovely. «Lo Stato di Israele agirà con tutti i mezzi per tentare di impedire la ratifica di quell'accordo» fra l'Iran e il gruppo del 5+1.

Soddisfatto anche il premier italiano Matteo Renzi. «L'accordo semina una nuova speranza per un processo di pacificazione regionale. Sarà impegno dell'Italia supportare attivamente e con ogni mezzo tale processo, con l'obiettivo di giungere a un Medio Oriente finalmente stabile», ha commentato. «Sarà impegno dell'Italia supportare attivamente e con ogni mezzo tale processo, e far sì che da esso possano trarre beneficio tutti i Paesi della regione, nessuno escluso», spiega quindi il presidente del Consiglio in una nota evidenziando l'obiettivo di un Medio Oriente «dove tutti i popoli che lo abitano possano vivere in pace e sicurezza». Renzi, esprimendo la propria soddisfazione per il raggiungimento dell'accordo tra l'Iran e i Paesi del 5+1, sottolinea quindi che «in una regione mediorientale da troppo tempo segnata da una pericolosa conflittualità e dalla recrudescenza del terrorismo, quest'intesa dimostra che la soluzione delle crisi con mezzi pacifici, attraverso il dialogo, è possibile». «Lo dobbiamo innanzitutto alla capacità e alla perseveranza dei negoziatori, ai quali vanno le mie più vive congratulazioni», conclude il capo del governo.

Il capo della diplomazia iraniana ha riconosciuto l’impegno e ringraziato l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini. «Questa è una decisone che può aprire la strada a un nuovo capitolo delle relazioni internazionali. Penso che questo sia un segnale di speranza per il mondo intero» ha detto Mogherini commentando l'accordo sul nucleare iraniano.

Arrivano anche i commenti delle singole diplomazie europee. Come quello del ministro degli esteri francese Laurant Fabius secondo cui le potenze mondiali che si sono sedute al tavolo con Teheran saranno «estremamente vigili» su come l’Iran usa le risorse finanziarie che arriveranno dalla fine delle sanzioni. Il portavoce del primo ministro britannico David Cameron dichiara che l’accordo nucleare deve essere implementato in tutte le sue parti, ma è dotato di un «robusto meccanismo per affrontare possibili violazioni».

L’Iran è colpito da restrizioni da diversi decenni, le prime risalgono al 1979 dopo l’assalto degli studenti iraniani all’ambasciata americana a Teheran. Le sanzioni più pesanti che hanno colpito il petrolio iraniano e quindi l’economia del Paese sono state decise nel 2012 da Stati Uniti e Unione europea proprio per mettere pressione sui piani nucleari del governo iraniano. Oggi le sanzioni riguardano vari aspetti dell’economia iraniana e ci vorrà molto tempo prima che vengano totalmente cancellate.

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