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Bce, l’emergenza Grecia domina l’agenda della riunione di luglio

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giovedÌ IL CONSIGLIO DIRETTIVO

Bce, l’emergenza Grecia domina l’agenda della riunione di luglio

La Grecia, e il quantitative easing. La riunione di luglio del Consiglio direttivo della Banca centrale europea non prevede nuove mosse di politica monetaria: la situazione economica resta relativamente tranquilla, mentre l'intesa di massima con Atene non richiede al momento manovre straordinarie per affrontare turbolenze e disordini sui mercati finanziari. Le uniche novità potrebbero riguardare i prestiti di emergenza per la Grecia.

Molto si giocherà nella conferenza stampa, dove è prevedibile che sarà la Grecia, e il destino di Eurolandia dopo le estenuanti trattative degli ultimi giorni, a dominare le domande. È noto che Mario Draghi ha giocato un ruolo importante durante i negoziati, e le indiscrezioni - non smentite anche se «ridimensionate» - su uno scontro con il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble confermano che il presidente della Bce ha svolto un ruolo di contenimento delle posizioni del falchi. Difficile però che Draghi riveli dettagli su questo fronte.

Si discuterà molto dei prestiti di emergenza Ela. La Bce per ora li tiene fermi a 89 miliardi, ma giovedì mattina potrebbe esserci il sì definitivo del Parlamento greco al primo pacchetto di riforme, da approvare entro oggi 15 luglio. Un’approvazione così tempestiva - in linea con le intese - potrebbe anche permettere alla Banca centrale europea di ampliare subito la liquidità concedibile, in presenza di collaterali adeguati, o perlomeno di annunciare una possibile revisione. L’altro nodo su cui si discuterà è il rimborso dei titoli greci acquistati dalla Bce nel 2010-11: sono 3,5 miliardi di titoli, ai quali occorre aggiungere 600 milioni di interessi, che scadono il 20 luglio.

Meno probabile, ma non impossibile, è l'eventualità che la Banca centrale europea alzi il tetto che ha imposto alle emissioni di titoli greci a breve termine. A febbraio aveva posto un limite massimo di 15 miliardi. L’obiettivo era di evitare che le banche greche usassero la liquidità fornita dalla Bce per acquistare titoli di Stato: la Bce non può effettuare operazioni che si trasformino in un finanziamento degli Stati. Non è escluso che, con il previsto arrivo di nuove risorse da parte dei partner la Banca centrale possa rivedere le sue scelte, ma i tempi non sembrano ancora maturi.

Anche le indicazioni sul quantitative easing potrebbero essere dominate dalla vicenda greca. Secondo Ben May di Oxford Economics, la Bce «potrebbe sottolineare la volontà di anticipare o ampliare gli acquisti se dovesse peggiorare la situazione economica o se effettivamente dovesse verificarsi un'uscita della Grecia a Eurolandia», per evitare il contagio. Anche se, precisa, è molto improbabile che Draghi parli esplicitamente di un Grexit e del piano di azione della Bce: basterà dire che il programma è abbastanza flessibile da permettere un aumento degli acquisti o una modifica delle regole. È allo stesso modo molto difficile, secondo l'analista, che il miglioramento delle prospettive della zona euro possano spingere la Bce a preparare una modifica del piano di acquisti in senso opposto, proprio per le incertezze sulla vicenda Greca.

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