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Se il fondo perde la pazienza

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emergenza grecia

Se il fondo perde la pazienza

La storia si ripete. E senza dover andare neppure troppo indietro. Dieci giorni fa, a poche ore dal controverso referendum sulle riforme con cui Tsipras pensava di mettere all'angolo la Germania e i suoi alleati, il Fondo Monetario ruppe il fronte dei creditori di Atene diffondendo uno studio in cui dimostrava la necessità di un taglio sostanzioso al debito greco: poichè era proprio questa la tesi con cui la coppia Tsipras-Varoufakis aveva fatto saltare poche ore prima il negoziato con l'Europa, la cancelliera Angela Merkel considerò l'analisi del Fondo non solo come un affronto personale e alla Germania, ma anche come un gravissimo errore negoziale, diplomatico e politico.

Non a caso, dopo l'esito del referendum, Berlino attribuì proprio a quel documento un ruolo-chiave nella vittoria dei «No». Ora la storia si ripete: il Fondo, a sorpresa, “affonda” la Germania.

Ieri, a meno di 24 ore dal voto decisivo del Parlamento greco sul piano di riforme imposto dall'Europa, il Fondo Monetario ha colto infatti la prima occasione buona - e questa volta lo era davvero - per sbertucciare pubblicamente con un secondo «documento riservato» la tesi tedesca sulla sostenibilità del debito greco a riforme attuate. Con la nuova analisi - resa forse ancor più forte dalla debacle di Tsipras nelle trattative del week end - l'Fmi non lascia spazio agli equivoci: la cura tedesca non funziona e la Grecia ha ragione da vendere nel pretendere un taglio del debito per sostenere le riforme.

Più o meno quanto sostiene anche la Francia, che certamente non gode delle simpatie tedesche. Insomma, il blitz di ieri è stato un vero colpo basso alla Merkel, a Schauble e alla linea del rigore contro Atene. Significativo, in questo senso, è soprattutto il tempismo dimostrato dal Fondo: lo «studio riservato» è stato diffuso infatti pochi minuti dopo che il ministro tedesco Schaeuble aveva inopinatamente e nuovamente perorato la causa della Grexit e del ritorno alla dracma. Sapremo solo oggi chi ha fatto la scelta migliore. Ciò che è certo, è che solo quando questa storia sarà finita si potranno contare i veri danni provocati dalla crisi greca sulle relazioni europee e su quelle internazionali.

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