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Il 16 luglio di 70 anni fa il mondo entrava nell’era della bomba atomica

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anniversari

Il 16 luglio di 70 anni fa il mondo entrava nell’era della bomba atomica

Magari in pochi la ricordano, ma il 16 luglio è una data da segnare con un circolino rosso sul diario della storia. Una di quelle che hanno cambiato il corso della vita dell’intera umanità. Proprio il 16 luglio di 70 anni fa gli scienziati che lavoravano da tempo al Progetto Manhattan decisero infatti di testare sul campo il risultato dei propri studi sull’energia nucleare, e in particolare sul filone che avrebbe portato a un utilizzo della stessa energia in campo bellico.

A nulla valsero le spaccature in seno a quel gruppo di lavoro, con alcuni che ritenevano «mostruoso, incontrollabile e troppo pericoloso» un ordigno realizzato con quel tipo di tecnologia. La guerra ancora in corso, e in particolare la testarda resistenza del Giappone che costringeva gli Stati Uniti a un continuo sacrificio di uomini nel tentativo di arrivare alla resa, imponevano la ricerca di una soluzione capace di imprimere al conflitto la svolta decisiva.

Così alle ore 5 e 29 del 16 luglio 1945, ad appena 56 chilometri dalla piccola città di Socorro, nel Nuovo Messico, venne fatta esplodere la prima bomba nucleare della storia. Il quartier generale americano era situato per l’esattezza a White Sands Missile Range, vicino ad Alamogordo dove si trovava il poligono di tiro, in mezzo al deserto della Jornada del Muerto: un nome che gli indiani gli avevano dato perché per attraversarlo, a piedi, era necessario un giorno di cammino che solitamente si concludeva con la morte dei pochi che ci avevano provato.

Proprio al nome di Alamogordo resterà per sempre legato quell’evento. Il test, nome in codice Trinity, riguardava una bomba al plutonio. Anche per lei fu scelto un nome in codice, «The Gadget». L’esplosione fu considerata un grande successo e liberò un’energia che, con i mezzi dell’epoca, fu misurata in un range compreso tra i 19 e i 21 chilotoni, ovvero pari a quella liberata dall’esplosione di 19-21mila tonnellate di tritolo.

Poca cosa, rispetto alle bombe atomiche di oggi, ma anche rispetto a quello che altri scienziati avrebbero saputo combinare da lì a pochi anni lavorando sugli sviluppi di quel primo test: nel 1961 l’allora Urss fece esplodere in un test la Bomba Tzar (in codice RDS-220) la più potente bomba all’idrogeno sperimentata dall’uomo. L’energia liberata fu di 50mila chilotoni e causò effetti devastanti sull’isola di Novaja Zemlja.

Dal test di Alamogordo non passò nemmeno un mese e la nuova arma trovò impiego in guerra: il 6 agosto 1945 fu la volta di «Little Boy», la prima bomba atomica usata durante un conflitto. La potenza era leggermente inferiore a quella di «The Gadget», si limitava a 13-18 chilotoni, ed era basata su un proiettile di uranio arricchito che pesava poco più di 38 chilogrammi. Fu più che sufficiente, una volta sganciata dal bombardiere americano B-29 «Enola Gay» pilotato dal colonnello Paul Tibbets, per radere al suolo la città giapponese di Hiroshima. Erano le 8 e 16 minuti: la bomba esplose all’altezza predeterminata di 580 metri. Si calcola che morirono tra le 66mila e le 78mila persone, con un numero paragonabile di feriti.

Il 9 agosto 1945 la replica: alle 11 e 2 minuti l’ordigno nucleare «Fat Man» fu sganciato dal B-29 «Bockscar», pilotato dal maggiore Charles W. Sweeney, sulla città di Nagasaki in Giappone. La potenza era di circa 25 chilotoni, quindi molto superiore a quella di «Little Boy»,ma il terreno collinoso su cui era costruita Nagasaki “limitarono” danni e numero dei morti: le stime parlarono di un massimo di 39mila persone uccise dall’esplosione, con circa 25mila feriti. Il Giappone si arrese, nulla poteva contrastare la nuova arma.

Il mondo era entrato definitivamente nell’era della bomba atomica.

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