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Schäuble sempre più isolato su debito e Grecia

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INTRANSIGENZA

Schäuble sempre più isolato su debito e Grecia

Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, non molla. Ieri mattina, in un’intervista radiofonica, poco prima di presentare al Bundestag la mozione che verrà discussa e votata oggi sull'apertura del negoziato per il terzo salvataggio della Grecia, il ministro ha ripetuto che «l’uscita della Grecia dall’euro può essere la soluzione migliore». La sua posizione è stata appoggiata, a sorpresa, dall’ex ministro delle Finanze socialdemocratico e candidato cancelliere della Spd alle elezioni politiche del 2013, Peer Steinbrueck.
Fautore della linea più dura nei confronti di Atene, Schaeuble aveva presentato all’eurogruppo dello scorso fine settimana una proposta per l’uscita «temporanea» della Grecia dall’unione monetaria per 5 anni. L’ipotesi era stata anche inserita (seppure fra parentesi quadre e poi eliminata dal testo finale) in una bozza discussa dai ministri. Un precedente pericoloso, secondo alcuni, in quanto ha concretizzato la possibilità che uno Stato membro dell’area dell’euro ne esca.

Dopo che è stato raggiunto un accordo preliminare a Bruxelles, il veterano della politica tedesca non ha attenuato il suo scetticismo sul futuro della Grecia nell’euro. «Vedremo ora nel negoziato - ha detto ieri – se c’è un modo di arrivare a un nuovo programma, tenendo conto delle necessità di finanziamento che sono cresciute in modo incredibile». Nessuno, ha affermato Schaeuble, sa se sia possibile arrivare a una soluzione senza un taglio del debito, che, a suo parere, è incompatibile con la permanenza del Paese nell’eurozona (un’interpretazione non condivisa da molti osservatori europei) e quindi porterebbe la Grecia a lasciare l’unione monetaria.
Anche se il ministro ha sostenuto la sua fedeltà al Governo, che non era in discussione nonostante i frequenti e anche aspri dissensi con il cancelliere Angela Merkel sul caso Grecia negli ultimi mesi, qualcuno a Berlino comincia a interrogarsi se la vicenda non sia diventata per Schaeuble quasi una crociata personale che gli impedisce a volte di seguire la strada più razionale. Questo potrebbe addirittura mettere in dubbio, nel medio periodo, la sua permanenza nel Governo, anche se al momento la sua presenza è indispensabile al cancelliere per coprire l’area che anche all’interno del partito non vede di buon occhio nuove concessioni alla Grecia. Al momento, la scelta della linea dura da parte del ministro ne ha favorito un’alta popolarità, superiore anche a quella del cancelliere, nell’opinione pubblica e nei ranghi del partito. «Se presento la mozione è perché ne sono pienamente convinto», ha affermato Schaeuble, senza suonare del tutto convincente.

Tuttavia, a una riunione durata quasi quattro ore fra i deputati democristiani della Cdu, alla vigilia del dibattito parlamentare di oggi, il numero dei dissidenti è apparso in calo rispetto agli oltre 100 che a febbraio avevano firmato una lettera esprimendo riserve sulla proroga del secondo salvataggio greco. Allora, 29 deputati della Cdu e della Cdu, il partito gemello bavarese, avevano votato contro. Il leader bavarese, Horst Seehofer, si è pronunciato apertamente a favore dell’apertura del negoziato.
La posizione di Schaeuble è stata attaccata da diversi esponenti degli alleati della Spd, fra cui il responsabile economico Carsten Schneider, ma nel partito, che ha sempre tenuto una linea filoeuropea, votando a favore dei salvataggi dei Paesi in crisi anche nella scorsa legislatura quando era all’opposizione, è emerso a sorpresa il dissenso dell’ex ministro Steinbrueck. Questi ha dichiarato, in un’intervista al quotidiano popolare “Bild”, uno dei portabandiera della linea dura contro Atene, di essere d’accordo con il suo successore sul fatto che l’uscita della Grecia dall’euro sia la soluzione migliore e ha annunciato di voler votare “no” all’apertura di un negoziato con Atene. Resta da vedere se nella Spd ci saranno altri voti contrari.
L’approvazione della mozione da parte del Bundestag non è comunque in discussione, in quanto la grande coalizione, composta d a democristiani e socialdemocratici, dispone di una maggioranza amplissima e anche i Verdi voteranno probabilmente a favore.