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Maxiscandalo Toshiba, il ceo e i top manager si dimettono

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i conti truccati del gruppo

Maxiscandalo Toshiba, il ceo e i top manager si dimettono

TOKYO - L'amministratore delegato del gruppo giapponese Toshiba, Hisao Tanaka, si è dimesso dopo essere stato indicato come responsabile di irregolarità nella presentazione dei conti. Lo ha annunciato il gruppo in un comunicato. Anche due suoi predecessori, Norio Sasaki, oggi vicepresidente, e Atsutoshi Nishida, consigliere speciale, hanno deciso di lasciare i loro incarichi, così come altri cinque membri del consiglio di amministrazione.

La commissione indipendente di inchiesta sullo scandalo dei conti truccati illustrerà a breve le sue devastanti conclusioni, anticipate ieri: c'è stata davvero una “conspiracy”, un piano segreto condiviso da vari esponenti del top management, per truccare i bilanci dilazionando la contabilizzazione di perdite. Il gruppo diversificato giapponese - dai semiconduttori al nucleare - per vari anni ha presentato bilanci irregolari in quanto tre successivi Ceo hanno messo sotto pressione le divisioni aziendali per ottenere risultati a tutti i costi.

Compresa una contabilità creativa. Così nel corso degli ultimi sette anni i profitti sono stati gonfiati per un totale di 151 miliardi di yen, equivalente a oltre 1,2 miliardi di dollari (più i 4,4 miliardi già annunciati dalla società). Gli esperti indipendenti sono giunti quindi alla conclusione che non si è trattato di episodi specifici o settoriali, ma di un problema sistemico presso una delle più grandi società della Corporate Japan. Il loro report evidenza proprio una caratteristica negativa della cultura aziendale nipponica: «Una cultura corporate dove è impossibile andare contro la volontà dei capi». Capi che in alcuni casi sarebbero ricorsi anche a pressioni dirette ed esplicite per evidenziare i risultati previsti dai target, compreso la sottostima dei costi delle materie prime, il ritardo in svalutazioni necessarie, l'indicazione come utili certi di voci assai dubbie.

L'anno in cui il rigonfiamento dei profitti è stato più spiccato (pari a quasi la metà del totale) è stato il 2012, ossia l'esercizio successivo all'incidente nucleare di Fukushima-Daiichi. Evidentemente ai piani alti di Toshiba (che acquistò tra l'altro a caro prezzo l'americana Westinghouse nel 2006) si pensò di minimizzarne l'impatto. Ora si muoveranno le autorità di regolamentazione su un gruppo già duramente punito dal mercato con un crollo del titolo da quando, in aprile, furono annunciate le irregolarità.

Oggi le sue azioni hanno cominciato a riprendersi: gli investitori sperano che il capitolo si chiuda e si possa guardare avanti. Sono comunque in molti a interrogarsi su come possano ripetersi casi di bilanci truccati che si perpetuano e aggravano di anno in anno per un lungo periodo, come accaduto nella vicenda Olympus, emersa nel 2011 grazie alla testardaggine del nuovo ceo straniero del gruppo di imaging. Che fu prontamente licenziato.

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