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Intervista a Cecilia Piccioni, ambasciatore d'Italia in Vietnam

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INTERVISTA

Intervista a Cecilia Piccioni, ambasciatore d'Italia in Vietnam

Qual è la percezione dell'Italia e dei prodotti italiani nel Paese in cui operate?

Il Vietnam considera l'Italia un partner commerciale importante, garante di qualità e innovazione e un investitore attento e sensibile alle nuove sfide che si e' posto. La storia restituisce un'immagine molto positiva dell'Italia e degli italiani, un popolo “fratello” che ha dimostrato empatia e solidarietà nei momenti più difficili del passato vietnamita. Ancora oggi è nitido qui il ricordo della nave di aiuti umanitari “Australia” che salpò dal porto di Genova, un'immagine spesso richiamata proprio a simboleggiare l'attenzione del nostro Paese. Nel tempo lo sviluppo delle relazioni commerciali e culturali tra i due Paesi ha esteso questa “vicinanza affettiva” ad altri aspetti e a tutto ciò che è Made in Italy, a cominciare da qualità e stile come a valori di affidabilità e avanguardia. Prendiamo le esportazioni italiane di macchinari verso il Vietnam, in particolare per la meccanica, il tessile, l'agro-alimentare o il settore ceramico: negli anni si è registrato un continuo incremento, favorito anche dalla maggiore conoscenza della qualità, tecnologia e versatilità dei nostri prodotti. Il valore economico di questo prezioso capitale reputazionale è stato oggetto di un recente studio ICE sulla percezione del Made in Italy in Vietnam che ha messo in luce come l'immaginario vietnamita dell'Italia sia sicuramente un vantaggio comparato ma non scontato e come tale necessiti di un impegno delle istituzioni per alimentarlo e concretizzarlo quotidianamente in acquisti, contratti, collaborazioni, a vantaggio delle nostre aziende.
Qual è l'andamento degli scambi e gli obiettivi a breve per acquisire anche con attività promozionali nuove quote di mercato?

L'andamento è molto positivo. L'interscambio bilaterale è cresciuto significativamente negli ultimi anni, raggiungendo a fine 2014 4 miliardi di dollari. Puntiamo ai 5 nel 2016, obiettivo concordato dal Presidente del Consiglio e dal Primo Ministro Dung (con un valore di export pari a 1,3mld USD l'Italia e' il secondo esportatore UE –dopo Germania- e il quarto mercato UE di destinazione dei prodotti vietnamiti con un volume di import pari a 2,74mld USD). L'impegno della Farnesina, dell'Ambasciata e di tutti i soggetti coinvolti nell'azione di diplomazia economica è uno sforzo quotidiano convinto, concreto e creativo, come richiesto dai ritmi dinamici e altamente competitivi di un'economia di frontiera qual è oggi il Vietnam. L'istituzione nel 2014 del Consolato Generale di Ho Chi Minh City è una prova tangibile dell'attenzione al mercato vietnamita e della messa in campo di strumenti a sostegno delle nostre aziende. Altro dato concreto: l'approvazione di una linea di credito di 15 milioni di Euro a sostegno delle PMI vietnamite, per l'acquisto di tecnologie e macchinari italiani e la relativa formazione, a breve operativa, un ulteriore canale per la diffusione del Made in Italy.
Obiettivo degli attuali piani promozionali e' di aprire alle nostre imprese nuove quote di mercato nei settori con grande potenziale di espansione in ragione dell'aumento del potere di acquisto locale, delle riforme di liberalizzazione e dei progetti di modernizzazione urbana e infrastrutturale: agro-alimentare, energia e crescita verde, settore sanitario e biomedicale, infrastrutture e turismo. Sulla scia di EXPOMilano2015 abbiamo assicurato all'Italia il ruolo di “Country of Honor” alla FOOD EXPO 2016 di HCMC, una vetrina privilegiata per i nostri prodotti e le nostre tecnologie e uno spazio per incontri commerciali mirati. Infine, la costante attenzione alle sollecitazioni delle nostre aziende ci ha indotti ad agganciare l'esportazione del nostro know-how alla formazione, attraverso una più strutturata cooperazione inter-universitaria che aiuti le aziende italiane a trovare in loco risorse umane specializzate e a dischiudere nuove opportunità nei settori più promettenti dell'economia vietnamita. Su questo l'impegno e' significativo e numerosi gli accordi già siglati.
Quali sono le criticità che gli operatori segnalano in termini di accesso al mercato e per insediamenti di nuovi investimenti?

Nel complesso le aziende italiane presenti in Vietnam descrivono in termini positivi l'esperienza nel Paese e molte sono impegnate in progetti di ulteriore espansione degli investimenti (con 301 milioni USD in IDE e un totale di 57 progetti, l'Italia si colloca su scala mondiale al 29mo posto e all'11mo su scala UE). Questo non significa che non vi siano vischiosita': complessità burocratica e normativa che aumenta i costi di insediamento; forte mobilità del mercato del lavoro e difficoltà di trattenere risorse già formate; carenze nella rete infrastrutturale (nei collegamenti su gomma tra aree agricole e centri urbani, nella logistica della catena del freddo, elementi chiave per un Paese grande esportatore di prodotti ittici e freschi e per centri urbani in continua espansione). Inoltre, la forte competizione di altri grandi investitori stranieri rende più difficoltoso l'accesso per le nostre PMI come anche il limitato sviluppo del settore bancario e del mercato finanziario. Tuttavia, il Governo di Hanoi si sta muovendo in misura crescente per semplificare e creare un contesto più favorevole agli investitori stranieri.

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