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La guerra al califfato

Turchia lancia operazione anti-Isis con gli Usa: raid aerei nel nord della Siria

Svolta nella guerra internazionale all'Isis: la Turchia per la prima volta ha bombardato postazioni jihadiste nel nord della Siria, nell'ambito di una vasta operazione anti-terrorismo che ha portato a retate anche contro militanti curdi e tutti i «nemici» che mettono a rischio la sicurezza del Paese. F-16 di Ankara nella notte hanno «completamente distrutto» nella notte quattro postazioni dell'Isis uccidendo 35 jihadisti. Nelle stesse ore le forze di sicurezza turche hanno compiuto retate in 16 province, arrestando 290 individui sospettati di appartenere a varie organizzazioni terroristiche, tra cui Abu Hanzala, importante leader di Al Qaeda.

Una squadriglia di caccia-bombardieri turchi ha colpito gli obiettivi dell'Isis dallo spazio aereo di Ankara, senza penetrare in quello siriano. Una rappresaglia per l'uccisione di un militare di Ankara al confine con la Siria e per la strage di lunedi' scorso a Suruc, in cui un kamikaze aveva ucciso 32 giovani turchi e curdi.

Nelle stesse ore dei raid, 5mila agenti di polizia, con elicotteri e forze speciali, hanno effettuato irruzioni in 26 quartieri di Istanbul, in oltre 100 edifici sospettati di ospitare jihadisti dell'Isis e dei miliziani curdi del Pkk.

Gli attacchi degli F-16 contro l'Isis rappresentano «un passo diverso» che Ankara ha dovuto intraprendere a causa dei «cambiamenti nel nord della Siria», ha spiegato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.

La base aerea turca di Incirlik aperta alle forze della coalizione
Erdogan ha spiegato che la base aerea turca di Incirlik potrà essere impiegata dalla coalizione anti-Isis, sia pure «in una certa cornice» di regole, a conferma dell'impegno assunto con Barack Obama di combattere insieme contro la minaccia del Califfato. Commentando le retate antiterrorismo, il presidente turco ha assicurato che proseguiranno le «azioni decisive» contro l'Isis e i militanti curdi e di sinistra che dovranno deporre le armi o «pagarne le conseguenze». L'uso di Incirlik, costruita dagli americani nel 1951 e che ospita truppe turche, americane e britanniche e decine di aerei da guerra, rappresenta una svolta nella strategia Usa contro l'Isis, perché è molto più vicina alla roccaforte dei jihadisti a Raqqa ed è la più grande base Usa nella regione.

Aeroporto militare usato già contro Saddam
Usata contro Saddam Hussein nella prima Guerra del Golfo del 1991, finora il governo turco aveva sempre opposto un netto rifiuto alla base di Incirlik, nel sud-ovest del Paese, per far decollare gli aerei da guerra della coalizione a guida Usa che dallo scorso 23 settembre bombardano le roccaforti Isis in Siria. Ora i due attacchi a opera dei jihadisti contro cittadini turchi hanno fatto cambiare idea a Erdogan, finora accusato di aver invece favorito il gruppo del califfo Abu Bakr al Baghdadi, pur di ottenere la caduta di Bashar Assad.

No Fly zone al confine con la Siria diventerà Base Nato
Una No-fly zone lunga 90 chilometri e profonda tra i 40 e i 50 sarebbe in procinto di essere istituita dalla Turchia su una fetta di territorio siriano vicino alla sua frontiera meridionale. La decisione, secondo fonti militari, è stata concordata tra Ankara e Washington nella telefonata tra i presidenti Recep Tayyip Erdogan e Barack Obama, durante la quale è stato anche deciso che la base aerea di Incirlik, al confine turco-siriano, diventera' base Nato e potra' essere usata per i raid della coalizione anti-Isis. La No-fly zone nel nord della Siria, in corrispondenza delle città di Mare e Jarablus, dovrebbe impedire a gruppi estremisti come Isis e Al Nusra di espandersi ulteriormente.

Per il momento la No-fly zone servirà agli aerei della coalizione a guida Usa ad effettuare operazioni di sicurezza e, «quando necessario, attacchi e ricognizioni», hanno fatto sapere fonti dell'esercito turco, specificando che le operazioni avverranno in coordinamento e collaborazione con l'esercito turco. L'accesso all'area sarà' precluso all'aviazione di Bashar Al Assad. L'accordo prevede anche lo spostamento in loco di batterie di artiglieria turca. La futura base Nato di Incirlik costituirà il nuovo centro di comando per le operazioni che avranno luogo nella zona in questione, mentre finora la Turchia ha messo a disposizione le basi di Diyarbakir, Malatya e Batman in caso di emergenza e necessità.

Il patto di ferro con gli Usa
L'intesa arriva dopo mesi di negoziati infruttuosi tra Usa e Turchia sul ruolo di quest'ultima nella lotta all'Isis in Siria e Iraq, ma l'attentato di lunedì a Suruc, cittadina turca sul confine siriano a opera di un kamikaze jihadista, ha spinto Ankara all'azione. Oggi per la prima volta aerei da guerra turchi hanno bombardato obiettivi dell'Isis in Siria.
Se necessario le forze Usa potranno realizzare operazioni di ricognizione e assalto nell'area, ha scritto Hurriyet. «Gli aerei Usa equipaggiati con bombe e missili potranno usare la base di Incirlik» per raid contro l'Isis. La Turchia potrà -sostenere i raid aerei con l'artiglieria. Gli aerei da guerra della regime del presidente siriano Bashar al-Assad non potranno entrare nella no-fly zone e verranno presi di mira se lo faranno. Non è previsto l'invio di truppe di terra Usa in Turchia, ma 50 militari statunitensi arriveranno a Incirlik per dare supporto tecnico. L'intesa riguarda solo questa base Nato, ma gli aerei Usa potranno utilizzare anche Batman, Diyarbakir e Malatya in caso di emergenza. I tempi non sono noti ma Hurriyet scrive che Incirlik sarà aperta «molto presto».

Erdogan, operazioni anti Isis sono solo primo step
La campagna di arresti e i raid contro obiettivi del sedicente Stato islamico (Is) messi in atto dalle autorità turche sono solo «il primo step» della nuova strategia di Ankara contro i «gruppi terroristici». Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha invitato i terroristi ad abbandonare le armi. Anche il premier Ahmet Davutoglu, parlando con i giornalisti ad Ankara, ha affermato che «le operazioni iniziate oggi non sono un evento isolato, ma un processo». Affermando che i raid contro obiettivi dell'Is sono riusciti «al 100%», il premier ha aggiunto che «si assiste ad attività sul confine siriano ogni momento. La Turchia mostrerà la reazione più forte possibile al minimo movimento che la minaccia. L'operazione contro l'Is ha raggiunto i suoi obiettivi e non si fermerà».

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