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Atene, colloqui con i creditori al via lunedì

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IL TERZO SALVATAGGIO

Atene, colloqui con i creditori al via lunedì

I rappresentanti dei creditori della Grecia, cioè i funzionari di Bce, Ue ed Fmi (la ex Troika), potrebbero arrivare nella notte tra sabato e domenica ad Atene per avviare i negoziati con il governo ellenico a partire da lunedì. Ad Atene è atteso anche l'arrivo di un rappresentante del Fondo europeo salva stati (Esm). L'indiscrezione arriva da una fonte del governo ellenico contattata da un’agenzia di stampa. Nessuna conferma invece da Bruxelles. Secondo la fonte, i capi missione sono Rasmus Ruffer per la Bce, Declan Costello per la Commissione Ue, Delia Velculescu per il Fondo Monetario Internazionale e Nicola Giammarioli per l'Esm.
Il calendario dei negoziati finalizzato al terzo salvataggio della Grecia che potrebbe ricevere un prestito triennale compreso tra 82-86 miliardi di euro è piuttosto stringente. L'accordo va chiuso entro il prossimo 20 agosto e dovrà essere sottoposto al voto del Parlamento ellenico e dei Parlamenti di altri paesi dell'Eurozona.


Grecia sempre nella tempesta. Ci mancavano i problemi di sicurezza ad Atene per i rappresentanti della troika (Commissione Ue, Bce, Fmi) incaricati di discutere il terzo programma di salvataggio con il governo greco. Secondo quanto ha riportato il Telegraph, l’inizio dei colloqui, previsto ieri, ha subìto ritardi a causa delle difficoltà nell’individuare una sede sicura da incursioni di contestatori violenti. «Ci sono alcuni problemi logistici da risolvere, in particolare sul fronte della sicurezza», ha riferito un funzionario della Commissione Ue citato dal quotidiano britannico. Il funzionario ha aggiunto che «sul tavolo ci sono numerose opzioni». L’Fmi ha cambiato il suo rappresentante: Rishi Goyal, troppo rigido, sarà sostituito dall’economista Delia Velculescu che farà capo a Poul Thomson, capo del dipartimento europeo. Thomsen, ex rappresentante Fmi nella troika, era sempre scortato dalla polizia negli ultimi tempi quando arrivava ad Atene.

Almeno un dubbio, ieri sera, si è sciolto: quello della partecipazione dell’Fmi ai negoziati, rimasta incerta in assenza di una richiesta formale di aiuto anche al Fondo da parte dei greci. Ieri la richiesta è arrivata, una lettera del ministro delle Finanze Euclid Tsakalotos a Christine Lagarde, direttore generale del Fondo monetario. «Chiediamo all’Fmi un nuovo prestito - ha scritto il successore di Yanis Varoufakis - vorremmo proseguire la cooperazione». A questo punto, la squadra è completa.

Da parte greca a condurre i negoziati tecnici è pronto il presidente del Consiglio dei consulenti economici, George Chouliarakis. Il governo di Atene ha fretta di concludere prima che scada la rata dei bond in mano alla Bce e sta cercando di completare entro il prossimo 20 agosto i negoziati per il nuovo Memorandum triennale e il nuovo finanziamento da parte dei creditori. C’è la farà?

In mezzo c’è un diverso atteggiamento tra creditori sull’allentamento del debito. L’Europa non si è ancora impegnata sul fronte di un alleggerimento del debito ellenico, ma l’Fmi è tornato a ribadire che su quella ristrutturazione ha chiesto un “impegno concreto”. «Siamo stati chiari in questo mese su ciò che crediamo sia necessario per avere un efficace programma di aiuti per Atene», ha spiegato il portavoce Rice ricordando che il Fondo «ha descritto varie opzioni. Sta ai partner europei decidere». Intanto, secondo un sondaggio MetronAnalysis commissionato da Parapolitika, il 78% (-6%) dei greci è sempre a favore dell’euro mentre il 19% (+7%) tifa per il ritorno alla dracma.

Dietro la fretta di Atene, che ha perso sei mesi in sterili negoziati, c’è la speranza che una volta siglato il terzo piano la Bce possa acquistare nel Qe mensile anche bond greci e si possa iniettare liquidità nelle banche greche. La ricapitalizzazione delle banche greche deve avvenire appena possibile, subito dopo la firma del nuovo memorandum tra Grecia e creditori «attesa per l’11 agosto», ha detto l’esponente delle Bce Christian Noyer in un’intervista a Le Monde, spiegando che solo a fine anno si saprà di quanta liquidità le banche elleniche hanno bisogno ma è necessario ripristinare quanto prima la fiducia nel sistema finanziario. Anche per questo, Noyer si è detto contrario all’opzione di un haircut, vale a dire il coinvolgimento dei correntisti più facoltosi come avvenuto per il salvataggio di Cipro, quando venne imposto un contributo sui conti correnti superiori a 100 mila euro. Una posizione - ha precisato il banchiere centrale - che «è ampiamente condivisa nel consiglio Bce».

Infine uno sguardo alla Borsa di Atene che potrebbe finire declassata dalle società che elaborano indici azionari accanto a listini come quello dello Zimbabwe o del Botswana se, a quasi un mese dalla sua chiusura, dovesse riaprire con delle restrizioni per i movimenti di capitale. Secondo Bloomberg, la società Ftse potrebbe decidere di escludere la Grecia dai suoi indici globali mentre i concorrenti di Msci hanno già annunciato la possibilità di un downgrade da “mercato emergente” a “mercato standalone”, misura che escluderebbe la borsa di Atene dall’indice Msci emerging markets relegandola accanto a mercati come quello della Giamaica, del Ghana o dello Zimbabwe.

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