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Fmi: nell’Eurozona ripresa più forte ma non cessa il rischio…

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Articolo IV sull’area

Fmi: nell’Eurozona ripresa più forte ma non cessa il rischio contagio

Anche se i rischi sono più equilibrati rispetto agli ultimi anni, “l'Eurozona rimane esposta a vulnerabilità”. In particolare, sebbene la reazione dei mercati al recente pacchetto di riforme approvato in Grecia “è stata ampiamente positiva”, ulteriori episodi di “significativa incertezza e volatilità” derivati dalla situazione “non possono essere escluse”. È quanto si legge nel rapporto conclusivo della missione di monitoraggio Articolo IV condotta nell'Eurozona dal Fondo monetario internazionale.

Per questo il Fmi suggerisce alle parti politiche di “usare tutti gli strumenti disponibili, se necessario, per gestire i rischi di contagio che potrebbero partire dalla Grecia”. L'istituto di Washington sottolinea inoltre “la necessita' di continuare a rafforzare l'architettura dell'unione monetaria e i firewall europei”. In generale, secondo il Fmi, i rischi di battuta d'arresto “sono ora piu' equilibrati” e legati in particolare alla bassa inflazione, a un potenziale rallentamento dei mercati emergenti, alle tensioni geopolitiche e alla volatilita' dei mercati finanziari, potenzialmente provocata da politiche monetarie asimmetriche e da un contagio degli eventi in Grecia.

Quanto alla ripresa, nell'Eurozona “si sta rafforzando”grazie all'aumento della domanda interna e sostenuta dal ribasso dei prezzi del petrolio, dal quantitative easing della Banca centrale europa e dall'indebolimento dell'euro.

“Il miglioramento della fiducia, l'aumento delle aspettative sull'inflazione e un allentamento delle condizioni del credito suggeriscono che la ripresa continuerà nel breve termine”, si legge nel documento, in cui si prevede che il Pil dell'Area euro crescerà quest'anno all'1,5% dallo 0,8% del 2014 e accelererà ulteriormente all'1,7% nel 2016 (stime invariate rispetto all'aggiornamento di luglio del World Economic Outlook, quando la crescita 2016 era stata rivista al rialzo dall'1,6 all'1,7%).

L'inflazione headline resterà vicino allo zero quest'anno per salire all'1,1% il prossimo. Secondo il Fmi, i rischi di battuta d'arresto “sono ora più equilibrati” e legati in particolare alla bassa inflazione, a un potenziale rallentamento dei mercati emergenti, alle tensioni geopolitiche e alla volatilità dei mercati finanziari, potenzialmente provocata da politiche monetarie asimmetriche e da un contagio degli eventi in Grecia.

Lo scenario di medio termine dell'Eurozona, tuttavia, è in chiaroscuro, “a causa di una cronica carenza di domanda, di bilanci aziendali e bancari indeboliti e di una produttività debole, che continua a frenare occupazione e investimenti”. E’ quanto si legge nel rapporto conclusivo della missione di monitoraggio Articolo IV condotta nell'Eurozona dal Fondo monetario internazionale. Secondo il Fondo, la crescita potenziale, “stimata a una media attorno l'1% nel medio termine, è molto al di sotto di quanto necessario per ridurre la disoccupazione a livelli accettabili in molti Paesi”.

Per il Fmi, dal momento che “le prospettive di crescita sono sottotono e lo spazio politico è limitato, l'Eurozona è vulnerabile a shock negativi e a una prolungata crescita bassa, con ricadute negative”. Per questo motivo, in un ottica di outlook di medio termine, “serve una riposta politica organica”. Per il Fmi, rimettere in ordine i bilanci delle banche “incoraggerebbe gli istituti a erogare credito e le società a investire”, mentre accelerare le riforme strutturali e rafforzare ulteriormente la governance economica contribuirebbe ad assicurare una crescita duratura per l'Eurozona e a creare ricadute positive per l'economia globale.

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