Mondo

I cinque saggi del governo di Berlino: riformare i Trattati per…

  • Abbonati
  • Accedi
eurozona

I cinque saggi del governo di Berlino: riformare i Trattati per governare le crisi e prevedere l’uscita dall’euro

L’Unione monetaria deve affrancarsi dal rischio che il comportamento «permanentemente non cooperativo» di un solo Stato membro possa minacciare l’esistenza stessa dell’euro. Come? Pensando seriamente a una “Maastricht 2.0”, dicono i cinque saggi consulenti del governo tedesco, ovvero a una riforma dei Trattati che preveda un meccanismo per la soluzione ordinata delle insolvenze sovrane. E, nel caso in cui uno Stato persista a non collaborare, ne preveda l’uscita dall’euro come «ultima spiaggia».

I cinque saggi tedeschi hanno presentato la loro proposta di riforma dell’Eurozona (www.sachverstaendigenrat-wirtschaft.de), definita urgente, nei giorni in cui il dibattito innescato dall’ennesimo salvataggio in extremis della Grecia si è spostato sulla prevenzione di futuri 11 luglio, il torrido sabato dell’Eurogruppo che mise alla porta il ministro ellenico Yanis Varoufakis e per qualche ora avvicinò la moneta unica alle acque inesplorate di un’uscita “disordinata” di un suo Stato membro.

Il meccanismo dei programmi di bailout concordati e attuati da Irlanda, Portogallo e Spagna non è stato in sé fallimentare, sottolinea il rapporto. Anzi, ha funzionato, permettendo ai cittadini di questi paesi, grazie ai prestiti di partner e Fmi, di spalmare nel tempo l’aggiustamento macroeconomico. «I pacchetti di salvataggio hanno contribuito a prevenire misure di austerità perfino più severe» ha detto Christoph Schmidt, presidente del gruppo chiamato Comitato tedesco degli esperti economici.

Ma dopo i conflitti tra governo di Atene e partner dell’Eurozona, che ha scosso le fondamenta dell’Unione monetaria, sono necessarie ulteriori riforme. I cinque saggi “bocciano” le proposte di un governo economico per la valuta unica (come quelle avanzate in questi giorni di un superministro delle Finanze europeo) o l’introduzione di una capacità fiscale dell’area euro o infine di uno schema unico di sussidio di disoccupazione. «Rendere l’Eurozona responsabile collettivamente - scrivono - per costi potenziali senza che gli Stati membri rinuncino alla sovranità sulle politiche economiche e di bilancio renderebbe - prima o poi - più instabile l’Unione monetaria».

Poiché però gli elettori dei paesi creditori non vogliono o non sono pronti a finanziare i paesi debitori in modo permanente, secondo il team di consulenti del governo di Berlino è necessario prevedere un meccanismo che accompagni alla porta lo Stato “ribelle” quando l’inadempienza alle regole di bilancio diventi una minaccia per la moneta unica.

© Riproduzione riservata