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L’Fmi: prima una soluzione sul debito oppure niente aiuti alla Grecia

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la crisi ellenica

L’Fmi: prima una soluzione sul debito oppure niente aiuti alla Grecia

Il Fondo monetario internazionale non intende partecipare al terzo programma di salvataggio della Grecia (86 miliardi di euro) fino a che non sarà trovata una soluzione sulla sostenibilità del debito ellenico. Un debito pubblico accumulato soprattutto nei confronti dei paesi dell'Eurozona. «Per assicurare la sostenibilità del debito in una prospettiva di medio termine, sono necessarie decisioni difficili da entrambe le parti. Per la Grecia dal lato delle riforme, per i suoi partner europei dal lato del debito ellenico», ha detto, sotto condizione di anonimato, un funzionario del Fondo. «Inutile illudersi che solo una delle parti possa risolvere il problema. È chiaro che ci vorrà del tempo prima che le parti siano pronte a prendere queste decisioni», ha sottolineato la fonte.

È una nuova tegola sull’accidentato percorso ad ostacoli per arrivare alla salvezza della Grecia. Poco prima il Financial Times aveva citato un documento riservato del Fondo in cui si spiega che Atene non soddisfa i requisiti necessari al via libera agli aiuti per l'alto livello del debito e la lentezza nell'attuazione delle riforme. Stando al documento visionato dal Financial Times, ieri lo staff dell’Fmi ha esposto la questione al board dell'organizzazione di Washington in una riunione durata due ore, generando nuove incertezze sul coinvolgimento del Fondo al salvataggio di Atene.

Tuttavia, spiega il Ft, questa posizione non esclude il fatto che il Fmi partecipi sin da ora ai negoziati avviati ad Atene, ma implica che potrebbe rinviare per mesi la decisione sulla sua partecipazione al salvataggio, potenzialmente anche fino all'anno prossimo. Questa incertezza, spiega ancora il quotidiano finanziario, rischia di ripercuotersi soprattutto sulla Germania, dove si è sempre ritenuto «impossibile ottenere l'approvazione del Bundestag al nuovo salvataggio da 86 miliardi di euro senza l'adesione del Fmi». Una freccia in più nell’arco di Schaeuble per tornare alla carica e chiedere l’esclusione temporanea di Atene dall’eurozona che così diverrebbe una moneta a geometria variabile.

La decisione del Fondo monetario - confermata poi come detto da un alto responsabile sia pure sotto stretto anonimato - aggiunge in ogni caso una sostanziale difficoltà al negoziato appena avviato dai creditori con il governo ellenico. Al momento non ci sono reazioni politiche ufficiali, ma la prima conseguenza è che potrebbe essere più complicato per qualche parlamento (a partire da quello tedesco) dare il via libera. La posizione Fmi è coerente con quanto sostenuto finora: intende partecipare direttamente al nuovo programma solo in una seconda fase dopo che Atene avrà concordato una serie completa di riforme e dopo che avrà trovato con i governi della zona euro un accordo sull'alleggerimento del debito. Tale orientamento del Fondo metterà in difficoltà i governi europei: hanno sempre indicato che del debito si parlerà in autunno e ora dovranno accelerare.

In qualche modo la posizione dell’istituzione di Washington era nell'aria. Da un lato c'è la resistenza a invischiarsi ancora più profondamente nel ginepraio greco (oggi la Grecia è il debitore più importante del Fmi dal punto di vista della dimensione dei prestiti) di alcuni grandi azionisti naturalmente non europei come Brasile e Canada. Dall'altro lato, c'è un problema di reputazione: per sborsare fondi, il Fmi deve essere sicuro che il paese beneficiato è in grado di ripagarli e che il debito contratto è sostenibile almeno per i dodici mesi successivi. Non è il caso della Grecia, nella visione dei vertici dell'organizzazione di Washington.

Referendum per superare le divisioni di Syriza
Intanto sul fronte interno Tsipras deve affrontare la rivolta dei ribelli di Syriza. Per superare le divisioni interne sul terzo piano di salvataggio il premier greco Alexis Tsipras ha giocato di nuovo la carte del referendum, questa volta di di partito, da tenersi già domenica prossima. In realtà la proposta politica è un po' più articolata perché prevede a settembre un vertice straordinario di Syriza, allo scopo di venire a capo delle recenti divisioni che hanno comportato l'indebolimento della coalizione nelle ultime settimane, con la defezione dell'ala sinistra più radicale guidata da Panagiotis Lafazanis di Piattaforma di sinistra e al limite un ricorso al referendum interno.

La mossa del premier Alexis Tsipras si è rivelata necessaria perché il governo non può continuare a basarsi sul sostegno dell'opposizione, come avvenuto per il via libera al terzo pacchetto degli aiuti internazionali ottenuto grazie ai voti dei conservatori di Nea Dimokratia, dei centristi di To Potami e dei socialisti del Pasok.

«Propongo al comitato centrale un congresso straordinario per discutere di come restare al governo in quanto forza di sinistra e della strategia da adottare nel negoziato sul bailout», ha detto Tsipras ai compagni di partito. «Non avevamo scelta perché se fossimo usciti dall'euro avremmo dovuto avere riserve sufficienti per evitare la svalutazione e di dover ricorrere al fondo monetario per un prestito d'emerenza».

Il comitato centrale nella notte ha votato a favore del congresso straordinario a settembre come chiesto da Tsipras.

Fissato nuovo listino prezzi per snack-bar pubblici
Nel tentativo di reprimere il fenomeno dello sciacallaggio, soprattutto ai danni dei turisti, il ministero delle Finanze greco guidato da Euclid Tskalatos ha emesso un nuovo listino prezzi per alcuni degli articoli principali venduti nei self-service e negli snack-bar per consumazione al banco nelle aree pubbliche come i traghetti, i siti archeologici, gli aeroporti, gli impianti sportivi, i treni e gli ospedali.

Come riferiscono oggi i giornali ateniesi, questi sono i prezzi massimi che d'ora in poi gli snack-bar potranno praticare: 0,35 euro per una bottiglia da 500 ml di acqua, 1,45 euro per un panino al prosciutto e formaggio (tostato o no), 1,25 euro per un panino al formaggio (tostato o no), 1,20 euro per un caffè greco, 1,30 euro per il tè e caffè filtrato o istantaneo, e 1,45 euro per il caffè espresso (caldo o freddo).

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