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Fukushima, tre ex dirigenti della Tepco verso l'incriminazione

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dopo il disastro nucleare

Fukushima, tre ex dirigenti della Tepco verso l'incriminazione

TOKYO – Mentre il contribuente giapponese continua a pagarne le conseguenze addossandosi gran parte di oneri e risarcimenti, forse qualcuno pagherà sul piano penale per il disastro nucleare di Fukushima-Daichi. Incredibilmente, finora nessun dirigente era stato molestato dalla giustizia. Ma oggi una commissione giudiziaria indipendente di cittadini ha raccomandato il rinvio a giudizio di tre alti dirigenti della Tepco, l'utility che gestiva la centrale danneggiata dallo tsunami del marzo 2011. Quattro anni e mezzo dopo, il tribunale Distrettuale di Tokyo dovrebbe a questo punto nominare i magistrati incaricati di incriminare l'ex presidente Tsunehisa Katsumata e gli ex vicepresidenti Sakae Muto e Ichiro Takekuro.

La notizia arriva dopo che la Tepco ha annunciato profitti triplicati nel secondo trimestre di quest'anno all'equivalente di 1,85 miliardi di dollari, grazie al calo dei costi di gestione delle centrali convenzionali provocato dai più bassi prezzi petroliferi (e grazie al fatto che la maggior parte dei risarcimenti va sostanzialmente a carico dello Stato).
Tepco vorrebbe riaprire la centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa ma per il momento tutti gli impianti atomici del Giappone restano chiusi. Quella di Sendai nel Kyushu, però, ha ottenuto le autorizzazioni e ha dichiarato oggi di essere pronta alla riattivazione a partire dal 10 agosto.

Oggi è filtrata anche la notizia che Tepco potrebbe essere inclusa nell'indice JX-400 delle società meglio gestire e più trasparenti. Il che rischia di suscitare controversie e riverberarsi negativamente sull'immagine stessa dell'indice. Perché proprio collusioni e mancanza di trasparenza sarebbero alla base di una catastrofe che poteva essere evitata.

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