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Il piano Obama per salvare il clima: «Il 32% di emissioni nocive…

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ENTRO IL 2030

Il piano Obama per salvare il clima: «Il 32% di emissioni nocive in meno entro il 2030»

NEW YORK - Barack Obama lancia una nuova offensiva sull'ambiente per conquistare la leadership nella lotta al cambiamento climatico, dove finora gli Stati Uniti hanno arrancato. E per rafforzare l'eredità internazionale di una presidenza al tramonto oggi in difficoltà su altri temi caldi globali, dagli accordi di libero scambio alla lotta all'estremismo di Isis.

Obama, questa sera, solleva il sipario sulla versione finale di regole che per la prima volta nel Paese stabiliscono standard nazionali nelle emissioni di anidride carbonica delle centrali elettriche. Il Clean Power Plan prescrive riduzioni del 32% entro il 2030 (rispetto al 2005) grazie a nuovi limiti stato per stato e stimoli a nuovi investimenti in energie pulite. Stando al direttore dell'Agenzia per la protezione ambientale Epa, Gina McCarthy, la svolta costerà 8,4 miliardi l'anno fino al 2030 ma genererà vantaggi annuali, entro quella data, pari a ben 34-54 miliardi.

L'obiettivo, ha sottolineato l'amministrazione, è superiore del 9% anche rispetto ai target iniziali del progetto, formalizzato un anno fa. Ed è con un simile successo alle spalle che Obama vorrebbe presentarsi alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima di Parigi in dicembre, oltre che raccogliere la sfida di Papa Francesco e della sua recente Enciclica sull'ambiente. Il Papa arriverà in visita negli Stati Uniti in settembre e l'agenda bilaterale comprende il clima.

La strategia, se incentiva le fonti energetiche meno nocive, offre al contempo concessioni all'industria preoccupata dai costi: fa slittare di due anni, al 2022, la scadenza entro cui gli stati devono cominciare a mettere in atto le riforme, dando loro flessibilità attraverso progetti da presentare entro il 2018. Incoraggia inoltre il controverso sviluppo dell'energia nucleare, già un quinto del totale alle spalle delle due fonti dominanti, carbone e gas natural, e con diverse centrali in programma.

Ma un impatto trasformativo sul settore energetico appare inevitabile. E' il gas a uscire vittorioso, con previsioni degli analisti di un aumento del consumo quotidiano di un terzo, mentre il carbone, che genera il doppio di emissioni rispetto al rivale, dovrebbe vedere un declino di quasi un quarto entro il 2020. Forte anche la scommessa sulle rinovabili: il 28% dell'energia entro 15 anni dovrebbe essere prodotta da fonti quali l'eolico e il solare, rispetto al 13% attuale.

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