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Nagasaki 9 agosto: la seconda apocalisse atomica 70 anni dopo, tra appelli e nuove iniziative scientifiche

Il minuto di silenzio alle 11.02 a Nagasaki del 9 agosto replica quello di tre giorni prima alle 8.15 a Hiroshima. L'ora dell'apocalisse atomica. 70 anni dopo, appare più evidente una differenza, al di là di quella tecnica tra la prima bomba all'uranio e la seconda al plutonio.

Crimine contro l'umanità?
Mentre Hiroshima può esser giustificata razionalmente se si accetta la verosimile tesi che accelerò la resa del Giappone - salvando in definitiva più vite di quante ne spense - è difficile oggi non considerare Nagasaki come un crimine contro l'umanità, visto che il possesso di più di una bomba pronta l'uso poteva essere manifestato gettando la seconda atomica su un'area non densamente popolata (il che avrebbe evitato di provocare circa 74mila morti, quasi tutti civili, e altrettanti feriti).
Inoltre, sottolineano gli storici, il giorno prima era giunta a Tokyo una notizia di sicuro altrettanto catastrofica: la dichiarazione di guerra della Russia sovietica, con l'immediato inizio di una grande offensiva in Manciuria. Il che non poteva non accelerare la resa nipponica: se i russi fossero avvivati a Tokyo dal Nord prima degli americani (come a Berlino), sicuramente avrebbero subito giustiziato l'Imperatore del Giappone. Dopotutto, non si erano fatti scrupoli a finire a mitragliate il loro Zar. Non resta dunque che accettare la formula ambigua della Dichiarazione di Potsdam che di fatto non escludeva la salvezza dell'Imperatore.

Patrimoni dell'umanità. La Nagasaki di oggi, come Hiroshima, è risorta dalle sue ceneri e punta sempre più sul turismo. Ha incassato la recente nomina a Patrimonio dell'Umanità da parte dell'Unesco di alcuni siti della prima industrializzazione giapponese di fine ‘800, una approvazione avvenuta non senza controversie: sulla tetra isola “Gunkanjima” molti coreani furono costretti al lavoro forzato e ai cantieri navali Mitsubishi fu costruita la più grande nave da battaglia del mondo, la Musashi. Per l'anno prossimo, la città si attende che diventino Patrimonio dell'Umanità le chiese cristiane della sua provincia e di quella di Kumamoto, costruite a fine ‘800 dopo la riapertura del Paese al mondo e l'introduzione della tolleranza religiosa. Nella lista non ci sarà la cattedrale di Urakami, situata presso l'epicentro dell'esplosione atomica e completamente distrutta, per poi esser ricostruita nel 1959 (quindi con meno valore architettonico).

Nuovo centro per lo studio delle radiazioni. Ora che sul mondo grava la minaccia di oltre 15mila testate nucleari, l'anniversario di Hiroshima e Nagasaki è l'occasione per rinnovati appelli e iniziative per la pace e il disarmo, come fa l'Universita di Nagasaki, che ospita presso il campus Campus Sakamoto un centro globale per il controllo del rischio radiazioni e un consorzio scientifico internazionale per lo studio e la cura dei sopravvissuti. “Stiamo promuovendo un centro specialistico post-universitario congiunto tra l'Università di Nagasaki e quella di Fukushima, che dovrebbe avviare l'attività il prossimo aprile”, afferma il professor Noboru Takamura dell'Atomic Bomb Disease Institute Radation Risk Control Unit, che ha esteso i suoi studi a Chernobyl e Fukushima “Già avevamo stabilito una base a Kawauchi, nella provincia di Fukushima, dopo l'incidente nucleare. Ma un alto centro specialistico è fondamentale, visto che gli esperti scarseggiano. E il numero degli impianti nucleari in Asia è destinato a salire nei prossimi anni”

Giovani e scienziati per la pace. Il sindaco della città, Tomihisa Taue, è in prima fila per la pace nel movimento dei sindaci che chiede l'abolizione totale delle armi nucleari entro il 2020. Ma non prende posizione sulle controversie del giorno in Giappone sulla nuova politica della Difesa. Nei giorni scorsi ha ospitato il primo “International Youth Peace Forum” e evidenzia l'importanza di “comunicare alle giovani generazioni in modo efficace la tragedia dell'atomica”. Al Forum sono arrivati anche i giovani rappresentanti di ciascuno dei 162 Paesi presenti al World Scout Jamboree che si è svolto nella provincia di Yamaguchi (vi ha partecipato una delegazione di scout italiani di circa 1000 persone, 800 ragazzi tra i 14 e i 17 anni e 200 adulti, su un totale di oltre 30mila persone: non sono mancati un ristorante italiano, presentazione dei luoghi d'arte ed iniziative per fare conoscere l'Italia alle delegazioni degli altri Paesi).
Nagasaki, sottolinea il sindaco, ospiterà in autunno la 61esima Pugwash Conference, nella quale scienziati di tutto il mondo si riuniranno per formulare proposte sull'abolizione delle armi nucleari e i metodi di garanzia.

Appelli per il disarmo. C'è chi considera miracoloso che, dopo Nagasaki, per 70 anni l'atomica non sia stata più utilizzata come arma bellica. Ancora più miracoloso sembrerà ai più se nei prossimi 70 anni sarà ancora così, visti i crescenti rischi legati alla proliferazione, alla debolezza istituzionale di alcuni stati nucleari (a partire dal Pakistan), alla minaccia che l'arma venga in possesso di gruppi terroristici. Tra i tanti appelli per la pace e il disarmo nucleare, spicca quello uscito dal simposio internazionale “War Never Again” promosso a Hiroshima dalla Comunità di Sant'Egidio, che ha riunito molti autorevoli esponenti della società religiosa e civile e al quale ha inviato un messaggio il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, da poco tornato da una visita ufficiale in Giappone. Il “Joint Appeal” finale si può leggere in http://www.santegidio.org/documenti/doc_1062/war%20never%20again%20final%20appeal%20EN.pdf

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