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«L’Isis usa armi chimiche in Iraq contro i curdi»: al via indagine Usa

Gli Stati Uniti hanno dato il via ad una serie di indagini per verificare se lo Stato islamico stia utilizzando armi chimiche dopo la serie di denunce lanciate nei giorni scorsi dalle forze Peshmerga curde in Iraq. Lo riferisce un comunicato della Casa Bianca. Alistair Baskey, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha detto che gli Stati Uniti stanno prendendo le accuse dei miliziani curdi «molto seriamente» e starebbero raccogliendo maggiori informazioni per comprendere quanto accaduto, notando che in più di un'occasione lo Stato islamico è stato accusato di utilizzare armi chimiche. «Continuiamo a monitorare da vicino questi rapporti, e ricordiamo che qualsiasi uso di prodotti chimici o materiale biologico come arma è completamente in contrasto con gli standard e le norme internazionali», ha detto Baskey in un comunicato.

A denunciare l’ulso di armi chimiche contro le forze curde che combattono l'Isis nel nord dell'Iraq è stato nei giorni scorsi il ministero della Difesa tedesco. «C'è stato un attacco con armi chimiche» a sudovest di Erbil, ha riferito un portavoce del ministero, sottolineando che alcuni miliziani curdi hanno avuto problemi respiratori, mentre gli addestratori tedeschi, schierati al fianco dei pesherga, sono rimasti illesi. «Specialisti americani e iracheni sono in viaggio da Baghdad per appurare cosa sia accaduto», ha aggiunto il portavoce tedesco.

Secondo quanto ricostruito dagli addestratori tedeschi in missione nella regione, l'attacco si sarebbe «verificato nel sesto settore del fronte curdo», a ovest della città di Makhmour, 40 chilometri a sud-ovest di Erbil, nel Kurdistan iracheno. Stando alle notizie raccolte, riportate dal il tabloid Bild, sarebbero stati feriti nell'attacco circa 60 guerriglieri curdi. Proprio in quella regione, al confine con l'area di conflitto tra peshmerga e Isis, i militari tedeschi addestrano le milizie curde all'uso delle armi arrivate dalla Germania.

La notizia dell'attacco è giunta da un cosiddetto “elemento di sostegno” del servizio di intelligence militare che si sarebbe incontrato con fonti irachene nella città di al-Kuwair. Da Baghdad è partito un team di esperti per indagare sull'accaduto. Stando al rapporto segreto, la cui esistenza è stata confermata da un portavoce del ministero, il contingente militare tedesco - «che non è stato messo in pericolo dall'attacco» - non sarebbe stato allarmato.

Intanto, è salito a oltre 76 morti il bilancio dell'attentato con un camion-bomba in un mercato di Baghdad. I feriti sono almeno 200. L'Isis, aggiunge l'emittente britannica, ha rivendicato l'attacco.

Il camion bomba è esploso in un mercato in un'area a maggioranza sciita nel nord di Baghdad. La deflagrazione è avvenuta questa mattina presto nella zona di Sadr City. Le milizie jihadiste dello Stato Islamico prendono spesso di mira gli sciiti, che considerano alla stregua di eretici.

Nel giugno 2014 l'Isis ha conquistato diverse zone dell'Iraq e le forze irachene stanno combattendo per respingere i miliziani jihadisti, con il supporto di una coalizione sotto comando americano e dell'Iran.

L’attentato arriva in una fase di forti tensioni politiche in Iraq. Il primo ministro, Haider al-Abadi, ha varato nei giorni scorsi un piano di riforme anti-corruzione per fronteggiare il malcontento popolare. Ieri al-Abadi ha silurato il segretario generale del Consiglio dei ministri, Hamid Khalaf Ahmed, considerato un fedelissimo dell'ex premier Nuri al-Maliki. Parte del paese, inoltre, resta nelle mani del sedicente Stato islamico, che combatte contro le truppe governative irachene e i curdi.

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