Si chiamano “robo-advisors” e sono una delle più grandi rivoluzioni del mondo finanziario. Negli Stati Uniti gestiscono asset con tassi di crescita di circa il 60% solo nell'ultimo anno. Si tratta di piattaforme online che, sulla base di algoritmi di risk management e asset allocation, offre soluzioni di investimento più o meno personalizzate, a fronte di una parcella definita e “low cost”.
Ma cosa succede quando la Borsa arriva a perdere oltre il 10% in tre giorni, come è appena accaduto? Come fanno i risparmiatori a farsi tranquillizzare dal gestore in carne e ossa quando non esiste e al suo posto ci sono solo algoritmi, che per definizione non rispondono al telefono e tantomeno palcano ansie? Vediamo cosa è accaduto durante il lunedì nero di inizio settimana ai due colossi americani della “gestione automatizzata”.
Betterment, che con i suoi algoritmi gestisce 2,6 miliardi di dollari, riferisce di non avere ricevuto un volume insolito di chiamate o mail dai suoi 105mila clienti (pari agli abitanti di una città come Piacenza). E la società si è guardata bene dal mandare a sua volta mail ai clienti dicendo che la Borsa stava crollando risucchiata in un panic selling d'altri tempi. Chi però si loggava nella sua area del sito, preoccupato delle breaking news di giornata, veniva subito avvisato da un messaggio che «i mercati a volte cadono ed è assolutamente normale». Wow. Secondo la società non ci sono state chiusure di conti, anzi sembra che i depositi siano addirittura aumentati.
L'altra grande società è Wealthfront, che a sua volta gestisce 2,6 miliardi di dollari per 38mila clienti. In questo caso è stata mandata una mail ai risparmiatori addirittura venerdì: spesso i clienti in fasi turbolente di mercato si chiedono cosa fare, si legge nella mail, «la risposta è semplice: non bisogna fare assolutamente nulla». Sì perché, come spiega il ceo della società Adam Nash, il bello di investire in un portafoglio diversificato di fondi è che non bisogna preoccuparsi delle performance giornaliere. «Il “tracking” quotidiano dei mercati è proprio quello che ha portato una vasta maggioranza di investitori, anche professionali, a sottopreformare nel lungo termine», spiega ancora il ceo di Wealthfront.
Insomma, con comunicazioni calibrate con precisione e mandate al momento giusto i robo-advisor riescono a tenere sotto controllo l'ansia dei loro clienti, nota Sophie Schmitt di Aite Group. Clienti che, non dimentichiamolo, sono soprattutto giovani con capitali modesti, anche se non mancano gli investitori più facoltosi che affiancano il robo-advisor a un altro consulente in carne e ossa, magari proprio per metterli vicendevolmenre (e a loro insaputa) in gara e alla prova. Forse è proprio questo il futuro dei software di investimento, riflette Joe Duran di United Capital Financial Life Management: un modello ibrido come quello di Vanguard, che permette nelle fasi più difficili di avere un contatto diretto con un consulente in carne e ossa. Di quelli in grado di dire, con voce serena e suadente, «non si preoccupi, andrà tutto per il meglio: oggi in Borsa c’è un temporale ed è meglio non uscire per non bagnarsi, ma presto tornerà il sereno».
© Riproduzione riservata