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5/6 Mooc, cinque cose da imparare/Coinvolgere gli studenti

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    Una tra le critiche ai Mooc è la scarsa costanza dei partecipanti: i boom di iscritti si sgonfiano già nelle prime settimane di lezioni, con un crollo semi-totale da inizio a fine corso. Alcune ricerche parlano di un tasso di completamento di appena il 10%, con tanto di utenti dimezzati nel giro di una settimana e percentuali infinitesimali di allievi che guadagnano davvero il diploma conclusivo.

    Dal difetto, però, può nascere una risorsa: le lezioni online offrono nuovi margini di partecipazione, come dinamiche di competizione (la cosiddetta “gamification”) per rendere più interattivo il rapporto con lo studio. L'altro fattore cruciale è il tempo: ridurre la durata delle lezioni sotto a determinate soglie può diminuire il rischio di abbandono e ottimizzare l'organizzazione stessa del modulo. Proserpio suggerisce la sua ricetta: «Ci dovrebbero essere alcuni punti fermi. Prima di tutto un ottimo standard audio-video, perché non si riduca tutto a una copia (malriuscita) delle lezioni frontali. Poi un ottimo ritmo e una giusta componente di variazioni (lettura, esercizi, partecipazione) che catturino il più possibile l'attenzione». Infine, il “vero” valore aggiunto di un Mooc: community con più allievi e più background che arricchiscano lo svolgimento delle lezioni. «Bisogna incentivare la relazione tra docenti ed allievi, ma per farlo è impensabile scaricare tutto sulle spalle dei docenti. C'è bisogno di qualcuno che lo assista, anche se è chiaro che ci sono problemi di costi non indifferenti: in Bocconi abbiamo un team predisposto».

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