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Verso le presidenziali

Elezioni Usa: tra i repubblicani sale la stella di Kasich come anti-Trump e anti-Clinton

NEW YORK - Hillary Clinton contro John Kasich per la presidenza americana. Un momento, John who? John chi? Potrebbe essere questa la comprensibilissima reazione davanti all'ipotesi di un simile duello per la Casa Bianca. Eppure questa ipotesi al momento trova improvvisa credibilità, nei sondaggi e tra gli opinion-makers statunitensi. Per carità, è un momento che può rivelarsi effimero e con la grande incognita di Donald Trump che tuttora impazza sui media come tra gli elettori conservatori.

Ma tra i candidati repubblicani con pedigree presidenziale la vera sorpresa è oggi l'ascesa di Kasich - il “John who?” anche per molti americani.

A conti fatti questo 63enne governatore dell'Ohio è stato il vero vincitore del primo dibattito tra gli aspiranti repubblicani a sfidare Hillary. Prima non era neppure sui radar delle primarie, sceso in campo solo da poco. Nelle settimane successive è invece salito spesso al secondo posto (alle spalle di Trump) nei sondaggi del New Hampshire, che sarà il primo stato a esprimersi assieme all'Iowa. Di più, sempre in New Hampshire la Clinton batterebbe il costruttore miliardario e iperattivo Trump come anche il sonnolento erede della dinastia Bush, Jeb, ma non Kasich che la staccherebbe di due punti.

L'avvento di Kasich ha anche spezzato il dominio delle “trumpate” - dall'espulsione da una conferenza stampa di un giornalista delle rete ispanica Univision a una intervista concessa a Sarah Palin per un piccolissimo canale Tv - sulle pagine dei giornali americani. Il New York Times, in un commento di Frank Bruni, l'ha definito nel fine settimana la “vera minaccia” per Hillary Clinton citando proprio i piu' recenti sondaggi.

Ma chi è e perché stanno salendo le sue quotazioni quale anti-Trump prima ancora che anti-Clinton? Le ragioni ci sono. I suoi meriti sono quelli di essere un popolare governatore eletto per due volte in Ohio, stato cruciale alla pari della Florida per conquistare la Casa Bianca. Quanto popolare? È stato rieletto con il 64% dei voti nel 2014 e il suo tasso di approvazione resta superiore al 60% sull'onda dei miglioramenti economici e fiscali che ha guidato in Ohio. Ha esperienza da vendere anche a livello nazionale: prima di capitanare il suo stato lo ha rappresentato per 18 anni da deputato in Congresso.

Le sue posizione politiche appaiono ragionevoli, potenzialmente attraenti e ben delineate: la sua fede repubblicana è di lunga data ma ha aperto su una riforma dell'immigrazione, ha accettato fondi pubblici per realizzare aspetti Obamacare definiti positivi per l'Ohio e ha apertamente detto, durante il primo dibattito televisivo, di aver partecipato a un matrimonio gay pur non approvandolo personalmente.

Sulla sua strada ci sono anche non pochi ostacoli. La destra religiosa e il movimento populista conservatore dei Tea Party, che spesso controlla le primarie repubblicane, lo vede come il fumo negli occhi per le stesse ragioni che lo rendono invece “eleggibile” nell'opinione di altri. Tra i primi stati a esprimersi nelle primarie, oltre al New Hampshire, ci saranno roccaforti della destra più radicale quali la South Carolina e il Nevada. Nei sondaggi nazionali, cosi', in media Kasich resta ancora a meta' classifica tra i 17 aspiranti repubblicani. Nel suo curriculum spiccano inoltre alcuni nei politici e personali: la disastrosa battaglia in Congresso sul bilancio contro l'amministrazione Obama che porto' alla paralisi del governo e alla perdita del rating di Tripla A da parte di Standard & Poor's. E durante un periodo passato nel settore privato lavoro' come banchiere d'investimento nientemeno che per Lehman Brothers, simbolo della crisi finanziaria.

Ma Kasich agli strateghi democratici appare lo sfidante forse piu' temibile finora emerso durante la fase iniziale della campagna elettorale. La stessa conclusione e' stata tratta da alcuni strategist repubblicani: Ari Fleischer, ex portavoce di George W Bush, ha commentato la sua performance nel primo dibattito come un “chiaro successo”. Altri nomi di spicco - ad eccezione della scheggia impazzita Trump - hanno in quell'occasione e in seguito tentennato invece parecchio: Jeb Bush e' parso del tutto privo di smalto, Marco Rubio bravo ma imberbe, Rand Paul quasi balbettante. Il Times si spinge a ipotizzare persino un ticket al quale pochi avrebbero pensato: Kasich-Rubio.

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