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Caos a Budapest, stazione chiusa ai migranti. Il governo accusa la…

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EMERGENZA PROFUGHI

Caos a Budapest, stazione chiusa ai migranti. Il governo accusa la Merkel

Caos e tensione a Budapest per gli immigrati. La polizia ungherese ha sgomberato la piazza davanti alla stazione Keleti, nel centro della città. Contro i migranti che si erano accalcati nella speranza di poter partire, gli agenti hanno usato anche lacrimogeni. Un doppio cordone chiude le entrate della stazione e le partenze dei treni sono state temporaneamente sospese. Poco dopo la stazione è stata riaperta, ma non ai profughi. Il ministro della Difesa, Csaba Hende, ha annunciato l'invio di 3000-3500 militari sul confine meridionale del Paese, in sostegno alla polizia.

Il gesto di solidarietà della Merkel
Il vicepremier ungherese Janos Lazar, intervenendo in Parlamento, ha incolpato la cancelliera tedesca Angela Merkel del caos e dei disordini avvenuti alla stazione. I profughi, in gran parte siriani, chiedono di partire per la Germania senza registrazione, facendo riferimento alle dichiarazioni della Merkel. La cancelliera nei giorni scorsi ha lanciato un appello a un’equa distribuzione dei rifugiati all’interno dell’Europa. Non solo, ma il 25 agosto la Germania ha deciso di sospendere unilateralmente il regolamento di Dublino - un protocollo istituito nel 1990 che obbliga chi richiede asilo politico a farlo nel primo Paese europeo in cui arrivano - per i profughi siriani. Chiunque fra loro sbarcherà in uno Stato Ue potrà richiedere asilo in Germania.

Fuga verso la Germania
La folla, formata da almeno mille persone, ha iniziato a gridare «Germania, Germania!» e ha sventolato i biglietti dei treni dopo che è stata costretta ad abbandonare la stazione di Budapest. La polizia austriaca ha comunicato che solo oggi 3.650 migranti sono arrivati a Vienna dall’Ungheria: la maggior parte di essi è diretta in Germania, o almeno questa è la loro intenzione. Dall’inizio dell’anno più di 140mila migranti hanno attraversato il confine tra Serbia e Ungheria nel tentativo di raggiungere l’Europa occidentale. Forti afflussi in ingresso anche in Baviera. Oltre 2.200 richiedenti asilo sono giunti fra lunedì e martedì dopo aver attraversato il confine con l'Austria: si tratta di una cifra record per la regione, secondo quanto reso noto dalla polizia federale tedesca.

Il dietrofront dell’Ungheria
Ieri sera le autorità ungheresi avevano consentito l’accesso ai treni da parte dei migranti -senza quindi fermare chi non era in possesso di un visto per Austria o Germania - a causa della fortissima pressione e dei problemi di ordine pubblico che si stavano creando per via dell’affollamento. Decisione poi revocata nella giornata di oggi. Un portavoce del governo si è limitato a spiegare che le autorità vogliono far rispettare le regole europee, che richiedono la presentazione di un passaporto valido o di un visto per viaggiare all'interno della zona Schengen. «Il problema - denuncia Zoltan Kovacs, portavoce del governo ungherese - è causato dal recente annuncio del governo tedesco di un atteggiamento più flessibile nei confronti degli immigrati illegali che dichiarano di provenire dalla Siria. Gli articoli dei media hanno alimentato le illusioni dei migranti. Ne è risultata una confusione difficile da gestire». Quello di Berlino, ha spiegato invece la portavoce della Commissione europea, Natasha Bertaud, è un «atto lodevole di solidarietà».

La testimonianza di un profugo siriano
«Che bisogno c'era di cacciarci dalla stazione? Io ho il biglietto». Khaled, 35 anni, siriano, con la moglie e una bambina di 6 anni al seguito, sdraiato su una coperta in un parco adiacente alla stazione di Budapest, si lamenta, facendo sventolare il suo biglietto del treno. Era riuscito a comprarlo ieri, ma il treno oggi è partito senza di loro. Ingegnere, Khaled racconta all’agenzia Ansa: «I miei genitori e molti dei miei parenti sono stati uccisi in Siria».

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