Dinanzi a nuovi muri innalzati c'era da aspettarsi che venissero individuate e intraprese altre rotte dai migranti, in prevalenza siriani (quasi il 60%) in fuga da Est verso il Nord Europa. Se la rotta balcanica è quella più nota e frequentata, l'Onu stima a circa 3000 passaggi al giorno il transito nei Balcani, ve ne sono altre meno note e poco frequentate come quella del Circolo polare artico. Secondo quotidiani locali norvegesi per il 2015 almeno 133 richieste di asilo derivano da questa rotta che raggiunge la Norvegia settentrionale attraverso la Russia.
Dato che è vietato passare il confine a piedi c'è chi ha usato anche la bicicletta sul tratto ciclabile che segnava il confine tra l'Europa Orientale e occidentale durante la guerra fredda. Comunque la maggior parte attraversa il confine in auto, per giungere al piccolo centro di Kirkenes, l' avamposto norvegese che, per i rifugiati, significa entrare in area Schengen. Per i Siriani, partiti da Damasco, è un viaggio lungo 5500 chilometri attraverso aspre e impervie strade che si snodano tra le montagne del Caucaso, fino a Kirkenes. Una cittadina di confine di circa 3.000 abitanti affacciata sul Mare di Barents a due ore di auto da Murmansk, nella Russia del Nord.
La rotta del Polo Nord è una possibilità più per facoltosi imprenditori siriani in fuga dalla guerra che per altri. Un viaggio più lungo, e più costoso, oltre diecimila euro, della rotta balcanica, la più battuta perché più economica: costa meno di un terzo dell'altra. Ma la via balcanica è diventata anche la più ostacolata: i migranti per entrare in Nord Europa trovano due sbarramenti quello macedone prima e quello ungherese poi. Così ultimamente è più consigliata quella artica proprio per un percorso senza barriere prima del confine tra Russia e Norvegia, dove si hanno molte più chance di passare la frontiera. A condizione di aver comprato un'auto di fabbricazione russa. E' infatti vietato sia attraversare la frontiera a piedi, sia con passaggi in auto non di proprietà come risulta dal libretto di circolazione.
E' una spesa finora nelle disponibilità di non più di ventina di persone al mese, che di fatto esclude molti migranti, ad esempio quelli più poveri che provengono da Afghanistan, Pakistan e dal resto dell'Asia Centrale . Come detto è sempre più consigliata su Internet: sia da chi l'ha fatta con resoconti dettagliati su Facebook, dove oltre a utili informazioni c'è anche la possibilità di organizzare il viaggio fuori dal giro dei trafficanti; sia da qualche sito che pubblica le mappe con le rotte. Di recente il “NYTimes” ha dedicato uno speciale online. Insomma è in corso una migrazione 2.0 e non solo quella dei barconi.
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