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crisi dei rifugiati

Migranti, fronte del «no» più morbido. Budapest apre a ipotesi su corridoio ferroviario

Dopo giorni all’insegna dell’intransigenza, il ministro degli interni della Repubblica Ceca fa sapere che il suo Paese potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di aprire un corridoio ferroviario per i migranti siriani in viaggio dall’Ungheria alla Germania, previo un accordo tra i due paesi.

Nelle stesse ore, il fronte del «no» alle quote di rifugiati sembra ammorbidirsi, mentre sta per iniziare in Lussemburgo la riunione del Consiglio Esteri dell’Unione che avrà sul tavolo la richiesta franco-tedesca di introdurre in maniera permanente e vincolante la redistribuzione dei profughi che sbarcano sulle coste italiane e greche o arrivano, sempre più numerosi, dalle rotte via terra orientali.

Il premier inglese David Cameron, finora contrario ad accogliere altri migranti, ha annunciato da Lisbona che la Gran Bretagna prenderà «migliaia di rifugiati in più provenienti dalla Siria». Londra ha già accettato circa 5mila siriani nell’ambito del suo programma di ricollocazione ma di fronte all’emergenza di queste ore il leader britannico ha promesso più impegno. Cameron era finito sotto accusa, ieri, per l’indifferenza del suo Governo di fronte alla tragedia siriana dopo la diffusione delle immagini del piccolo Aylan, profugo di soli tre anni annegato sulla spiaggia di Bodrum. Nel giro di poche ore una petizione per riformare le politiche sull’immigrazione era stata firmata online da oltre 400mila cittadini.

Anche la Polonia, tra i bastioni orientali del «no» alle quote obbligatorie, sta rivedendo la sua posizione. Il responsabile dell’Ufficio nazionale dell’immigrazione, Rafal Rogala, ha dichiarato di avere pronto «un piano in caso di emergenza, che prevede varianti di 5mila, 20mila e 30mila profughi in gran parte siriani ed eritrei, da accogliere eventualmente in Polonia. «Dobbiamo tornare al tavolo sulle quote - ha proseguito - e non siamo e non saremo egoisti».

Resta solo, a Est, il premier populista ungherese, Viktor Orban. Il suo Paese è in prima linea nell’esodo e alla sua frontiera il flusso non si interrompe, da giorni, settimane. Nelle ultime 24 ore sono arrivate 3.300 persone, ennesimo record con oltre mille profughi in più rispetto al giorno precedente. Il Parlamento ungherese ha iniziato a esaminare il pacchetto di misure che limita il diritto di asilo e arriva a prevedere il carcere per chi varca illegalmente il confine. Il premier ha anche chiesto l’autorizzazione a inviare al confine 3mila militari per dare manforte alla polizia.

L’alto commissario Onu per i rifugiati, Antonio Guterres, ha esortato l’Unione europea a mettere in atto al più presto «un programma di ricollocazione di massa», superando le divisioni che hanno a lungo bloccato ogni decisione nonostante l’ingente afflusso.

Ok Cechi e Slovacchi a corridoio treni per Germania
Nel pomeriggio Repubblica Ceca e Slovacchia hanno fatto sapere di essere pronte ad aprire un corridoio ferroviario verso la Germania per consentitre l'afflusso dei profughi. «Se c'è un impegno ufficiale della Germania ad accettare e non respingere i rifugiati siriani, siamo pronti ad aprire un corridoio se c'è accordo fra Ungheria e Germania», ha affermato il ministro dell'Interno ceco, Milan Chovanec, a Praga dopo il faccia a faccia col collega slovacco, Robert Kalinak. Repubblica Ceca e Slovacchia sono situate sulla principale direttrice ferroviaria che collega la Germania all'Ungheria.

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