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Assalto a sede partito curdo Hdp ad Ankara, il vero bersaglio di Erdogan in vista del voto

In vista del voto anticipato del primo novembre sale la tensione in Turchia al punto che il segretario del partito curdo, Selahattin Demirtas, si è chiesto, rispondendo a una domanda dei giornalisti, se non sia il caso di rinviare le elezioni politiche vista la pesante atmosfera di violenze di strada e con zone del paese nel sud est anatolico sottoposte a coprifuoco come riporta l'edizione online del quotidiano turco Zaman.

Il partito filo-curdo Hdp ha denunciato che la sua sede ad Ankara e in altre città ha subìto un attacco da una folla di sconosciuti, probabilmente fanatici nazionalisti: una fonte ha riferito che sono state infrante le finestre della costruzione e altri riportano di tentativi di appiccare le fiamme. Gravi fatti intimidatori. Dermitas ha affermato: «La gente è stata fuori dagli autobus e picchiati, persone che camminano per la strada sono state attaccate. Questa è una campagna di linciaggio, le bande vengono pagate per condurre questi attacchi e lo Stato è dietro tutto questo». Attacchi duri che il governo ha respinto con fermezza.

La rabbia verso i curdi e il loro partito che per la prima volta è entrato in Parlamento superando la soglia del 10% nelle ultime elezioni del 7 giugno scorso e partecipa al governo ad interim con due rappresentanti, fatto storico in Turchia, è cresciuta dopo i sanguinosi attacchi all'esercito turco da parte del Pkk, il partito del Lavoratori del Kurdistan che si rifugia in Iraq del Nord e che hanno provocato 16 uccisioni di soldati turchi.

In base a quanto riportato dalle agenzie Anadolu e Dogan, oltre a quello di Ankara in tutta la Turchia nella sola giornata di ieri sono state attaccate sei sedi del partito filo curdo, mentre un uomo è stato spogliato di abiti curdi, picchiato e costretto a baciare la statua di Musatfa Kemal Ataturk (il fondatore della Turchia laica nel 1923, ndr)in una città dell'Est. La crescente tensione sociale epolitica ha spinto il premier ad interim in vista del voto anticipato Ahmet Davutoglu a lanciare un appello alla calma.

Contemporaneamente però i caccia F16 della mezzaluna di Ankara bersagliavano postazioni dei ribelli curdi oltre il confine iracheno, nelle montagne del Kandil e ieri l'esercito turco ha superato il confine in un breve raid in territorio iracheno settentrionale. I raid turchi privilegiano gli attacchi alle postazioni del Pkk rispetto a quelle dell'Isis come vorrebbero gli alleati Nato, alleanza di cui Ankara fa parte con il secondo esercito dell’organizzazione.

Sempre ieri poche ore prima dell'attacco al quartier generale del partito Hdp a Istanbul la sede del quotidiano Hurriyet, uno dei più prestigiosi quotidiani turchi, subiva un assalto da parte di sostenitori del partito della Giustizia e dello sviluppo (AKP), per la seconda volta in meno di 48 ore creando non poche tensioni ed allarme nella stampa turca i cui rappresentanti si sono incontrati informalmente per decide una linea comune.

Sono stati 4 i colpi di pistola sparati in aria che hanno preceduto l'arrivo di un centinaio di sostenitori del presidente Recep Tayyip Erdogan sotto la sede del quotidiano, intorno alle 20 ora italiana (21 locali) gridando «Dio è grande» e lanciando sassi contro le finestre e la porta d'ingresso che è stata seriamente danneggiata.

All'attacco ha preso parte anche un parlamentare dell'Akp, fatto riprevovole. I partecipanti all'attacco accusano il giornale laico di denigrare il presidente Erdogan, riportandone le parole in maniera faziosa. Per calmare la situaizone è stato necessario l'intervento della polizia.

Il caporedattore Sedat Ergin, in una intervista rilasciata alla Cnn turca ha detto: «Non voglio immaginare cosa sarebbe successo se fossero entrati in redazione» Ergin ha poi ribadito che la redazione non si farà intimorire, tuttavia «da giornalista, mai avrei pensato che democrazia e paura potessero convivere». Un chiaro segnale di tensione.
Ergin, come pure i responsabili del partito Hdp, ha poi accusato la polizia, rea di aver permesso il ripetersi di un attacco a neanche 48 ore di distanza dal primo, «da caporedattore non so se nel mio ufficio domani mi sentirò al sicuro».

Poco dopo l'attacco di Istanbul, la sede di Ankara dello stesso quotidiano è stata oggetto di un lancio di pietre e sampietrini fino all'arrivo della polizia. i rappresentanti della stampa si sono riuniti per trovare una politica comune da tenere in questa situazione di estrema tensione, come riporta l’edizione online di Zaman.

Decisa la condanna del premier Davutoglu nei confronti dell'attacco all'Hdp e a Hurriyet, mentre il premier non si era espresso dopo il primo attacco al giornale:«Danneggiare proprietà private, in particolare quelle dei media o dei partiti o dei cittadini èinaccettabile» ha detto Davutoglu.

I fatti ha nno suscitato l’apprensione degli alleti e in particolare degli Stati Uniti. John Kirby, portavoce del Dipartimento di stato Usa, ha condannato l'attacco, invitando le istituzioni e rappresentanti politici, a non mostrarsi tolleranti e accondiscendenti verso comportamenti di questo tipo.

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