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EMERGENZA MIGRANTI

Europol: «30.000 trafficanti controllano il flusso di profughi verso l'Europa»

A controllare e organizzare l'esodo di massa dei profughi in fuga verso l'Europa, per un giro d'affari di miliardi di euro, sono circa 30.000 persone: malfattori di molteplici nazionalità, che prosperano sul traffico di esseri umani. Questa è l'impressionante cifra fornita da Robert Crepinko, direttore di “Europol”, l'agenzia Ue alla lotta dei crimini umanitari. Solo 3.000 dei 30.000 sospetti si occupa di gestire i trasferimenti per mare attraverso il Mediterraneo.

Il resto, si occupa principalmente della rotta attraverso i Balcani e l'Ungheria, la più trafficata degli ultimi giorni, e di altre ancora, sempre con un traguardo in comune: il cuore dell'Europa. Anche per “Frontex”, l'agenzia Ue di controllo delle frontiere, il traffico di esseri umani, “è probabilmente il più redditizio che ci sia ancor più del contrabbando di armi, droga”. Si sa che i trafficanti ricorrono anche ai social media come Facebook, ed altri ancora, per farsi pubblicità e irretire migliaia di disperati con tariffe promettenti. Non è una novità, ma nonostante girino sui social network gli annunci su ”come arrivare in Europa”, come quello da noi trovato, il fenomeno continua indisturbato.

Anzi proliferano annunci simili che commercializzano viaggi irregolari o servizi per viaggi, dalla Turchia e Libia alla volta dell'Italia. Sotto le spoglie di “tour operator” si celano i trafficanti come pure dietro ai “viaggi o passaggi sicuri” si nasconde un rischio mortale: l'unica cosa assicurata è la parte economica . Per la maggiore vanno annunci “di trasporti continui” dalla Turchia alla Grecia su barche di 18 metri o gommoni da 10, seguono i servizi cartografici da fornire ai migranti con le indicazioni dettagliate (con la traccia gps) per valicare a piedi le frontiere dell'Est. E non ultimo, anzi tra i più costosi, annunci di chi offre passaporti falsi per un'immigrazione in aereo.

Nell'immagine che illustra questo articolo, si vede una mappa messa sui Social Media dai trafficanti su come arrivare in Europa, con le tappe ed i costi che girano su Facebook per intraprendere il viaggio clandestino verso il vecchio continente. Sono indicati i tragitti, le alternative ed i prezzi con tanto di foto dei gommoni per attraversare l'Egeo dalla Turchia: da Smirne a Kos con 1200 euro entri nel Dodecaneso. Ci sono i disegni di autobus e treni per arrivare a Belgrado e dei taxi fino a Budapest. Con 2500 dollari gli autisti ti portano in auto direttamente a Berlino. Complessivamente il costo a persona per ciascun profugo siriano con certa disponibilità, che pure ha diritto all'asilo, è di circa 5000 euro.

L'illegalità è surrettizia, ed è per questo che il marketing è incessante. Ma bisognerebbe intervenire, specie se gli autori pubblicano i numeri di telefono chiedendo di essere contattati con Viber o WhatsApp meno intercettabili, per tutelare i malcapitati in questa rete. Recentemente sono state intraprese delle iniziative contro questo fenomeno: spicca quella del New York Times che ha pubblicato le foto in bianco e nero degli arrivi di certi viaggi. Le immagini assomigliano a scene del film “Amistad” sulla tratta degli schiavi, con la differenza che non si tratta più di una fiction. Operazioni simili servono per dissimulare il marketing ingannevole con cui vengono irretiti migliaia di migranti che tentano di entrare in Europa attraversando il Mediterraneo o percorrendo la rotta dei Balcani. I trafficanti senza scrupoli fanno leva sulla paura dei migranti di finire uccisi nella stiva di un barcone o all'interno di un container trainato da un tir, per persuadere migliaia di famiglie a investire i propri risparmi in costosi “pacchetti” con lusinghe del “100 per cento di sicurezza”.

Fissando l'epilogo dei viaggi con altri servizi fotografici in stile NY Times si mostrerebbero in Rete le insidie di simili viaggi, che di sicuro hanno solo i soldi incassati dai trafficanti. E non sono certo prezzi modici quelli da loro richiesti: ad esempio si arriva a 3400 euro a persona per un viaggio “sicuro” con imbarco sull' “Orient Bosphorus” dal porto di Smirne in Turchia alla volta della Grecia, tappa obbligata via mare prima di proseguire per il Nord Europa. Oppure trasferimenti da Istanbul a Salonicco, venduti al prezzo di1700 euro a persona. A quanti non se la sentono di rischiare una traversata viene proposto un viaggio di due giorni fino in Austria, a bordo del rimorchio di un tir, per 7.500 euro a persona. Seguono tutte le avvertenze, spesso inutili, per farla franca in caso di “eventuali”, o meglio, puntuali controlli da parte della guardia costiera e della polizia di confine. Per favorire l'illusione di “andare ancora più sul sicuro” ci sono pagine specializzate per i siriani sprovvisti di documenti: per loro “in offerta speciale” passaporti falsi a circa 900 euro, con i visti per i Paesi Ue a qualche migliaia di euro.

È tempo di una massiccia contro-informazione per contrastare questa deriva ed anche spiegare come muoversi in autonomia alla volta dell'Europa, per evitare di cadere nelle mani di loschi trafficanti. Un viaggio autonomo è alla portata di chiunque abbia uno smartphone con Gps: infatti con la tecnologia mobile di base gli spostamenti sono più semplici. Anche la pubblicazione delle rotte, come ha fatto sempre il NY Times con uno speciale online, con avvertenze sugli eventuali pericoli, serve come azione di contrasto ai trafficanti. Così, congiuntamente all'intervento della polizia postale anticrimine, è possibile arginare il malaffare alimentato dagli annunci sospetti.

Che la telefonia mobile sia presente nelle rotte dei migranti lo dicono anche i numeri: l'ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha distribuito 33.000 schede SIM ai rifugiati siriani in Giordania e 85.704 piccole lampade utilizzabili per ricaricare i cellulari. La Rete non deve più essere una ghiotta occasione per i trafficanti che vogliono impigliare nella loro rete i profughi ed altra umanità afflitta.

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