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Il Giappone settentrionale sott'acqua per il tifone Etau

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Il Giappone settentrionale sott'acqua per il tifone Etau

TOKYO - Il Giappone rivive oggi sensazioni simili a quelle provate quattro anni e mezzo fa ai tempi dello tsunami (11 marzo 2011). Le piogge torrenziali portate dal tifone tropicale Etau hanno provocato vaste inondazioni e frane, costringendo all'evacuazione circa 100mila persone, mentre ad altre 800 mila è stato dato il consiglio di lasciare le proprie case. Se ieri la zona più colpita è stata quella intorno a Nagoya, oggi l'emergenza ha interessato in particolare le province di Tochigi e Ibaraki, appena a nord di Tokyo, con oltre mezzo metro di pioggia in sole 24 ore nelle vicinanze della nota area turistica di Nikko.

Il fiume Kinugawa ha rotto gli argini e sommerso la cittadina di Joso, a soli 50 chilometri a nordest della capitale. Immediato l'intervento dei mezzi militari e della protezione civile, con spettacolari salvataggi con elicotteri di persone intrappolate ai piani alti di case fragili in pericolo di esser spazzate via dalle acque. Si segnala un buon numero di dispersi e feriti. Ma il peggio è stato evitato perché l'allarme è stato tempestivo e sufficientemente preventivo.

Il bilancio pare però destinato ad aggravarsi per un maltempo che durerà almeno anche domani. E non mancano preoccupazioni per la possibilità che l'acqua che passa nell'area della centrale nucleare di Fukushima Daichi si contamini con alti livelli di radioattività prima di finire in mare. Il premier Shinzo Abe ha dichiarato che le autorità stanno facendo del loro meglio, assegnando la massima priorità al salvataggio di vite umane.

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