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ELETTO leader AL PRIMO ROUND

Brusca svolta a sinistra del Labour: Corbyn stravince e cancella i moniti di Blair

LONDRA - Brusca svolta a sinistra per il Labour britannico: il nuovo leader del partito è Jeremy Corbyn, esponente dell'ala più estremista. Il deputato 66enne, che in poche settimane è passato da fanalino di coda a superfavorito, è stato eletto al primo round di votazioni con il 59,5% dei voti. Secondo in classifica Andy Burnham con il 19%, seguito da Yvette Cooper e Liz Kendall. Corbyn ha definito la sua vittoria «una grande prova di democrazia» che dimostra «la determinazione dei laburisti a creare una società più equa e più giusta». Il nuovo leader ha promesso di unire il partito ma senza scendere a compromessi. «Il mio primo gesto da leader del partito, - ha detto - sarà di partecipare alla marcia di oggi pomeriggio per una maggiore solidarietà con i profughi e gli immigrati».

L'annuncio di oggi a un congresso straordinario del partito a Londra conclude una campagna elettorale che si è rivelata imprevedibile. La corsa alla successione a Ed Miliband, che aveva dato le dimissioni dopo la bruciante sconfitta elettorale in maggio, era partita con un trio di candidati moderati. Lo sconosciuto Corbyn era stato aggiunto dopo per dare un pizzico di varietà alla campagna. Nessuno, tanto meno il diretto interessato, pensava che potesse vincere. In poco tempo invece ha raccolto consensi e ovazioni in piedi con il suo chiaro messaggio anti-austerità. Il suo appello a far tornare il Labour un vero partito di opposizione e non una copia sbiadita dei conservatori ha avuto un'eco inattesa tra i militanti del partito umiliati dalla recente sconfitta e frustrati dallo spostamento verso il centro avviato da Tony Blair con il suo New Labour. E proprio l’ex leader gli ha alzato, inutilmente, barricate con un monito sul pericolo mortale per il partito, il rischio di annientamento in caso di vittoria di Corbyn.

Il sostegno al nuovo numero uno del Labour è venuto dai sindacati e dai giovani, che a centinaia di migliaia sono diventati membri del partito nelle ultime settimane solo per poterlo votare. Con la sua barba bianca, l’aria mite e la reputazione di ‘duro e puro', Corbyn viene apprezzato proprio come rappresentante integerrimo della vecchia politica fondata sugli ideali socialisti che respinge ogni compromesso.

In oltre trent'anni in Parlamento infatti Corbyn è rimasto un semplice deputato e non ha mai avuto incarichi ufficiali nel partito proprio per le sue posizioni oltranziste. Nel 1975 aveva votato contro l'ingresso della Gran Bretagna nella Comunità Europea, e ancora adesso ha una posizione molto critica verso la Ue. Il suo programma prevede la fine dell'austerità imposta dai Tories e un aumento della spesa pubblica e degli investimenti, la nazionalizzazione di alcuni settori-chiave, l'uscita dalla Nato, porte aperte agli immigrati e rapporti più stretti con la Russia.

Il premier David Cameron ha dato istruzioni ai suoi ministri di «non esultare in modo troppo palese» in caso di vittoria di Corbyn, ma non è un segreto che i conservatori considerino la sua elezione un regalo inaspettato al Governo. Sia i Tories che i laburisti moderati sono convinti infatti che il Labour con Corbyn alla guida non riuscirà mai a vincere le elezioni perchè troppo radicale.

Secondo loro, le stesse politiche che nelle ultime settimane hanno galvanizzato tanti giovani farebbero perdere milioni di voti al partito alle elezioni nazionali. All'elettore medio l'anti-austerità può piacere, ma non gli aumenti delle tasse che comporta. La solidarietà attrae consensi, ma non la politica di porta aperta agli immigrati. Il pacifismo può essere apprezzato, ma non la decisione di fare uscire la Gran Bretagna dalla Nato e le critiche agli interventi militari britannici contro Isis. Tutti criticano i prezzi delle ferrovie e dell'energia, ma pochi sostengono la politica di rinazionalizzazione di Corbyn. E così via.

I sostenitori del nuovo leader però respingono questi timori, sostenendo che il nuovo leader é in grado di creare consenso, unire il partito e presentare un programma di Governo credibile. «Conosco Jeremy da 40 anni e non l'ho mai visto arrabbiato o scortese, - ha detto stamani l'ex sindaco di Londra, ‘Red Ken' Livingstone. – È una persona davvero speciale».

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