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Ventuno rifugiati ospitati a Buchenwald, scoppia la polemica

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Ventuno rifugiati ospitati a Buchenwald, scoppia la polemica

Nel dramma infinito delle migliaia di migranti in marcia verso l'Europa lungo la rotta balcanica è esplosa la polemica su Buchenwald, l'ex campo di concentramento nazista a pochi km da Weimar (la città del classicismo tedesco nella ex Germania comunista), dove da mesi sono ospitati 21 rifugiati in attesa di conoscere l'esito della loro richiesta di asilo. La notizia, in verità non nuova - la decisione di ospitare i profughi a Buchenwald risale infatti allo scorso gennaio - è stata ripresa e rilanciata con grande tempismo dalla stampa britannica nel pieno dell'emergenza migranti che sta mettendo a dura prova la tenuta dell'Unione europea.

Reazioni di stupore misto a dolore si sono registrate in Israele, la cui popolazione non dimentica luoghi e simboli legati all'orrore dell'Olocausto. Miriam Spitzer, 77enne di Tel Aviv sopravvissuta alla Shoah, ha parlato di «sensazione tremenda». A suo avviso, i migranti non possono essere sistemati in luoghi del genere. «Quel campo di concentramento - ha detto alla stampa locale - va conservato così com’è. È un museo per ricordare la tragedia, non può trasformarsi in un alloggio».

Il gruppo di profughi è alloggiato in piccole strutture realizzate negli anni cinquanta al posto delle vecchie baracche per gli internati, dotate di letti a castello, angoli cottura e anche televisione. Ai migranti viene inoltre corrisposto un sussidio mensile di 135 euro per l'acquisto di generi alimentari e articoli di prima necessitè. «Si tratta di una soluzione di emergenza, ma inevitabile», ha detto il sindaco del distretto berlinese di Mitte, Christian Hanke, citato dal Daily Mail.

Abdurahman Massa, un giovane profugo eritreo di 20 anni, si è mostrato indifferente a ciò che il campo era in passato. «Non mi interessa. Per me questa è una buona sistemazione», ha detto al Daily Express. Analoghe dichiarazioni da parte di altri ospiti. Ma la polemica sui profughi alloggiati nell'ex lager di Buchenwald è destinata a proseguire.

Circa 250 mila persone da tutta Europa furono internate in quel campo di concentramento nazista, e oltre 56 mila persero la vita fra il 1937 e il 1945. Oltre a migliaia di ebrei, a Buchenwald - al cui ingresso campeggia la scritta “Jedem das Seine” (A ciascuno il suo) - i nazisti inviavano rom, testimoni di Geova, prigionieri di guerra e anche tedeschi disertori. Dal 1941 in quel lager furono condotti terribili esperimenti medici sui detenuti, compresi test di vaccini per il tifo e colera, in conseguenza dei quali morirono centinaia di persone. (Ansa)

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