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verso le elezioni

Grecia: scontro in tv su Grande coalizione alla tedesca, Tsipras la escude, Meimarakis la chiede

Il duello tv non ha sciolto tutti i dubbi all'esercito del 40% di elettori indecisi in vista del voto di domenica prossima, mentre i leader di Syriza, Alexis Tsipras, e del partito conservatore Nea Dimokratia (Nd), Vangelis Meimarakis, che si tallonano a vicenda in un testa a testa nei sondaggi ,si sono sfidati nel secondo dibattito tv sulla necessità di aprire alla Grande coalizione alla tedesca (l'ennesimo paradosso in Grecia) e su come affrontare il fenomeno dei migranti.

Tsipras ha previsto una maggioranza assoluta per Syriza nelle urne (“ci mancano due seggi, avevamo 149 su 300” ha ricordato), mentre Meimarakis ha rilanciato l'idea di una “grande coalizione” alla tedesca tra Nd-Syriza dopo il voto. Uno scenario politico “innaturale” per il leader della sinistra che ha dovuto subire la scissione a sinistra dei ribelli di Unità popolare che è data al 5%. Poi si sono confrontati anche sul tema caldissimo della crisi migratoria che ha investito le isole di Kos e Lesbo. Tsipras ha insistito sul fatto che un'azione militare contro i trafficanti di esseri umani e scafisti al largo delle coste greche sarebbe inutile e finirebbe per «colpire rifugiati innocenti».

Da parte sua, Meimarakis ha invece insistito sulla necessità di rimandare nei loro Paesi d'origine «gli immigrati illegali». Due posizioni in linea con le rispettive famiglie europee di appartenenza.

Tsipras ha affermato che “non bisogna credere troppo ai sondaggi” che descrivono un parlamento frammentato e ingovernabile, ricordando che quelli prima del referendum di luglio si sono rivelati un grande flop senza prevedere la vittoria del No con il 61% dei consensi. “Sono certo che collaboreremo di nuovo con i Greci Indipendenti di Panos Kammenos, ex ministro delle Difesa nel precedente governo. “Una maggioranza per Syriza alle elezioni è possibile, ma se non ci sarà lavorerò per costruire una coalizione progressista, non per una innaturale alleanza” con Nea Dimokratia, ha detto Tsipras. Ma Meimarakis, che ha recuperato nei sondaggi dall'inizio della campagna elettorale unificando il partito e rinviando il congresso per concentrarsi sul voto, ha ribadito la necessità di una grande alleanza che mantenga la Grecia nell'euro, affermando che “i greci vogliono che i politici lavorino insieme. Vogliamo un accordo con Syriza sulle politiche, ma mantenendo la nostra indipendenza. Ci vogliono politici che abbiano il coraggio di applicare il terzo accordo da 86 miliardi di euro siglato dal governo Tsipras e i creditori internazionali di Atene, che prevede una nuova ondata di misure di austerità su pensioni e tasse.

I due politici rivali si sono scontrati anche sui temi caldi della corruzione, del debito pubblico, sullo stato delle casse statali nel momento in cui Tsipras è andato al governo nel gennaio scorso, sulla creazione di occupazione - “Puoi dirmi se hai creato un posto di lavoro negli ultimi sei mesi?”, ha attaccato Meimarakis, che all'ennesima volta in cui Tsipras ha ricordato le 17 ore di negoziato a Bruxelles gli ha detto: “Lei non è pagato ad ore, un premier si giudica dai risultati”. Che secondo Maimarakis non ci sono stati e hanno costretto Tsipras alla kolutoumba, la capriola in greco, cioè a rinnegare il risultato del referendum e accettare le politiche di austerità per non essere buttato fuori dall'euro per cinque anni come voleva il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble.

Resta da capire a fine serata se il duello tv abbia spostato o meno i favori dei greci ancora incerti verso uno o l'altro dei grandi partiti. Partiti che gli ultimi sondaggi vedono poco sopra al 26%, ben lontani da una maggioranza monocolore (che il sistema elettorale greco assegna a chi raggiunge almeno il 36%). A cinque giorni dal voto, il partito più forte sembra intanto essere secondo le previsioni quello dell'astensione, che gli analisti vedono attorno al 40%, in un paese provato e stanco da una crisi infinita.

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