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Migranti, secondo S&P’s la gestione della crisi può mettere…

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Migranti, secondo S&P’s la gestione della crisi può mettere a rischio i rating

La capacità di trovare soluzioni condivise alla crisi dei rifugiati da parte dei Paesi dell'Ue rappresenta “la maggiore incognita per i rating sovrani”, e “un compromesso al ribasso potrebbe indicare che restano problemi di governance, un fattore chiave per i rating sovrani”. Lo scrive Standard & Poor's, secondo cui una cattiva gestione “può portare a populismo e xenofobia”.

S&P premette di non vedere “alcuna conseguenza sul rating sovrano della Germania o di altri paesi dell'Ue come risultato dell'accettare rifugiati dalla Siria o da altri Paesi dell'Europa, del medio Oriente e dell'Africa”. Nel rapporto, intitolato 'The Surge of Refugees in the EU: Boon or Burden for Sovereign Ratings?', l'agenzia americana si sofferma anzi sul possibile impatto positivo, per i paesi che concedono maggiormente asilo, nell'affrontare la sfida dell'invecchiamento della popolazione, anche se “l'afflusso non risolverà i problemi delle pensioni e dell'assistenza sanitaria”.

Lo studio, tuttavia, è focalizzato soprattutto sullo scenario politico. “I ristretti interessi nazionali degli Stati rischiano di ostacolare il raggiungimento di una risposta collettiva veloce e adeguata”, sottolinea Moritz Kraemer, analista di S&P.

“Questo potrebbe essere rilevante per i rating sovrani in una futura crisi finanziaria”. Da una parte la crisi dei rifugiati, se mal gestita, rischia di avvantaggiare i partiti xenofobi o populisti, spingendo i governi ad abbandonare le riforme e il risanamento di bilancio per contrastarli.

Dall'altra parte la sola crisi siriana (senza considerare le altre situazioni a rischio), la più grave dopo i milioni di persone sfollate nella guerra di liberazione del Bangladesh quasi mezzo secolo fa, presenta secondo S&P “implicazioni di bilancio significative nel breve termine”, con un aumento delle spese per dare ospitalità, assicurare assistenza e istruzione.

Una sfida evidente nelle decisioni del governo tedesco, che ha stanziato sei miliardi di euro di spesa per i rifugiati per il 2016. “Ciononostante, i costi complessivi diretti appaiono abbastanza modesti”, ragiona S&P, non tali da comportare un impatto sul rating e non permanenti. Con il riflesso positivo che i rifugiati in ingresso entreranno nel mercato del lavoro.

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