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Exim Bank senza fondi, Ge trasferisce il lavoro in Europa

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offshoring “politico”

Exim Bank senza fondi, Ge trasferisce il lavoro in Europa

E' un caso di offshoring “politico”. La General Electric, che in anni recenti aveva fatto notizia piuttosto quale protagonista del rimpatrio di attività industriali negli Stati Uniti, oggi è al centro di una nuova vicenda di trasloco di posti di lavoro all'estero. Per l'esattezza 500 impieghi, che verranno traferiti in Europa - anzitutto in Francia - nelle turbine per la generazione di elettricità.

Questa volta, però, la ragione è tutta particolare: il Congresso americano ha di fatto chiuso i battenti della Export-Import Bank e dei suoi finaziamenti all'esportazione del “made in Usa”, denunciati dalla maggioranza repubblicana in Parlamento quale esempio di corporate welfare, di sprechi e regalie alle imprese. L'Agenzia, dopo 81 anni di attività, ha così' ormai cessato di accettare richieste per nuovi prestiti e finanziamenti da luglio, conseguenza diretta e automatica del mancato rinnovo congressuale del suo statuto.
Gli attacchi alla Ex-Im Bank hanno scatenato dure proteste di molte aziende statunitensi, che denunciano il danno alla competitiva' globale della Corporate America. E' stato pero' il chief executive dei Ge Jeffrey Immelt, impegnato nella trasformazione della conglomerata nuovamente in un gruppo industriale di punta abbandonando i servizi finanziari e attività marginali, a decidere una risposta concreta a drammatica. Una risposta per le rime, che si è tradotta nella firma di un accordo con un'altra Agenzia governativa di crediti all'esportazione, francese anzichè statunitense. La Coface di Parigi ha concesso una linea di credito per finanziare una serie di progetti di generazione di energia.

Risultato finale: 400 posti di lavoro che al momento sono distribuiti tra New York, Texas, South Carolina e Maine, arriveranno in Europa, in particolare in Francia. Altri cento impoieghi saranno trasferiti l'anno prossimo da un impianto nei pressi di Houston verso l'Ungheria e la Cina per garantire a loro volta l'accesso a crediti da parte dei clienti di Ge nell'acquisto di turbine a gas destinate all'aeronautica.
I crediti all'export sono sempre piu' cruciali per General RElectric e il suo business. L'azienda e' oggi in gara per progetti internazionali stimati in undici miliardi di dolari, molti in paesi in via di sviluppo, che non hanno chance di andare a buon fine in assenza del supporto di finanziamenti e garanzie pubbliche. Paesi dove il sostegno di una simile agenzia è condizione formale per la concessione dei contratti hanno rappresentano ad esempio l'80% delle vendite nelle turbine per l'aviazione.
In Francia, oltretutto, Ge ha appena messo a segno un altro accordo: ha completato l'acquisizione di Alstom per 17 miliardi di dollari, con la promessa di creare almeno mille nuovi posti di lavoro. I nuovi posti ora trasferiti andranno ad aggiungersi a quelli previsti dall'acquisizione.

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