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Si riparte da banche e privatizzazioni

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Si riparte da banche e privatizzazioni

ATENE - Quali sono gli impegni maggiori che Tsipras dovrà affrontare nelle prossime settimane? L'attività di governo si era inevitabilmente fermata durante l'intensa campagna elettorale e ora si deve recuperare in fretta il tempo perduto perché il Paese è in una situazione economica drammatica e con i controlli dei capitali ancora in vigore, che sono come piombo nelle ali per le imprese.

Il possibile ministro dell'Economia del nuovo esecutivo, George Stathakis, ha promesso, rispondendo al Sole 24 ore, di «rispettare il piano di riforme concordato con i creditori anche se ci vorranno investimenti per bilanciare l'austerità». La sua previsione è che «l'economia greca tornerà a crescere l'anno prossimo» e quanto alla ristrutturazione del debito «ci sono varie opzioni sul tavolo ma non è ancora il momento di parlarne». Insomma la linea è negoziare le condizioni per cui il Paese possa coniugare la crescita con gli impegni presi con i creditori, sapendo già che gli 1,2 miliardi di euro previsti dalla cessione della gestione dei 14 aeroporti regionali greci alla tedesca Fraport non arriveranno entro la fine del 2015. La Grecia spera di incassare 3,7 miliardi dalle cessioni pubbliche l'anno prossimo e 1,3 miliardi nel 2017.

Costantinos Michalos, presidente della Camera di commercio e industria di Atene, lancia l'allarme a nome del mondo dell'imprenditoria e invita a non perdere tempo «perché la prima revisione delle riforme è prevista il 1° novembre e solo dopo aver superato questo esame non facile si potranno ricapitalizzare le banche». Quanto alle riforme, per Michalos le più importanti sono la ricapitalizzazione degli istituti di credito e le privatizzazioni «che ora dovrebbero decollare, visto che l'ala radicale di Syriza che si opponeva alle vendite è uscita dal partito e così si può riconquistare la fiducia degli investitori internazionali». Ma il passo più urgente è eliminare i controlli di capitale (Tsakalotos, l'ex ministro delle Finanze ha parlato di gennaio, ndr), limiti all'attività che si associano al blocco della fornitura di credito alle imprese. «A luglio la produzione industriale greca ha perso il 32% rispetto al mese precedente per l'introduzione dei controlli sui capitali – ha aggiunto Michalos – perché il Paese ha transazioni di affari con l'estero per il 65% del totale a causa del fatto che l'economia greca è molto dipendente dall'estero poiché acquista materie prime, le trasforma per poi riesportarle. Ogni giorno che aspettiamo a togliere i controlli sui capitali è un giorno perso per la Grecia che produce». L'economia quest'anno dovrebbe andare in recessione tra l'1,4-2% e il tasso di disoccupazione resta al 27 per cento.

Ecco perché è vitale che Tsipras faccia approvare e poi applicare al 100% le impopolari riforme contenute nel Memorandum, fra cui l'abolizione delle agevolazioni fiscali per gli agricoltori e la fine delle pensioni anticipate per ottenere gli 86 miliardi di euro di crediti. Poi c'è, come dicevamo, la ricapitalizzazione delle banche per 25 miliardi di euro, operazione che deve essere fatta prima dell'anno prossimo pena l'applicazione delle nuove regole europee del bail-in, che significherebbe colpire gli obbligazionisti, gli azionisti e anche i depositi non garantiti, che in Grecia non sono come a Cipro nel 2013 facoltosi oligarchi russi ma la liquidità delle piccole e medie imprese che la utilizzano per pagare creditori e fornitori.

Infine il nuovo esecutivo dovrà affrontare la ristrutturazione del debito pubblico che corre al 170% del Pil ma che vede gli stessi creditori su posizioni diverse. L'Fmi preme per un taglio (haircut) del valore nominale mentre la Germania frena perché timorosa di un effetto imitazione da parte di altri Paesi indebitati dell'area euro. La questione del debito greco «sarà affrontata dopo la conclusione della verifica dell'attuazione del programma concordato in autunno», hanno confermato ieri fonti Ue.

«Senza dimenticare - come scrive il Credit Suisse - che tre elementi-chiave dovrebbero contribuire a stabilizzare la Grecia: la ricapitalizzazione delle banche, l'alleggerimento del debito pubblico e l'acquisto di bond greci da parte della Bce nel Qe».
Insomma un duro cammino fatto di lacrime e sangue, ma per ora i greci hanno confermato al timone di questa dura traversata Alexis Tsipras sperando che sappia rendere meno dura la ricetta di austerità. E, chissà, far pagare per una volta gli evasori fiscali e i potenti oligarchi. (V.D.R.)

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