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Un caso di successo di azienda italiana acquisita dai giapponesi

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Permasteelisa cresce dentro Lixil

Un caso di successo di azienda italiana acquisita dai giapponesi

TOKYO – Tokyo lascia piena autonomia a Vittorio Veneto, con soddisfazione del quartier generale come della società italiana che fu acquisita quattro anni fa. Confluita nel colosso giapponese Lixil - impegnato a trasformarsi da player per lo più domestico a gruppo global- Permasteelisa ha accelerato la sua crescita, finendo per dimostrare come a volte il passaggio di proprietà all'estero di aziende italiane - e dal private equity a un leader industriale mondiale – sia un fattore positivo di sviluppo e non un simbolo di declino del sistema-Paese. Oggi Permasteelisa – azienda veneta attiva nella progettazione, produzione e installazione di involucri architettonici, facciate continue e sistemi di interni –è la capogruppo e il perno della divisione più prestigiosa di Lixil, Building Technology - che comprende Tostem, Shinnikkei e altri marchi – a fianco dei comparti Water Technology, Housing Technology e Kitchen Technology.

Yoshiaki Fujimori, numero uno del gruppo nipponico, ha appena annunciato un piano strategico a medio termine (triennale) che prevede una crescita annuale dei ricavi del 5,4% fino a 2mila miliardi di yen nell'anno fiscale 2018, con un aumento annuale dei profitti “core” del 23,5% fino a oltre 100 miliardi di yen. Il miglioramento della redditività sarà guidato proprio dalla divisione Building Technology, con un obiettivo di espansione annuale di ben il 36,5% fino a 22 miliardi di yen.
Fujimori è un top manager anomalo nella Corporate Japan, più americano che giapponese: ha lavorato per 25 anni alla General Electric, dove è stato un pupillo del leggendario Jack Welch, tornando a Tokyo in contemporanea con l'acquisizione di Permasteelisa. Ha una chiara visione espansionistica che ipotizza, anche attraverso altre acquisizioni, un giro d'affari da 3mila miliardi di yen nel 2020. “Grazie alla profonda trasformazione che abbiano intrapreso negli ultimi 4 anni, Lixil oggi è una società del tutto diversa, in termini di presenza globale, management e cultura aziendale. Il target 2018 è solo un obiettivo ad interim verso un nuovo stimolante percorso come un vero gruppo globale”.

Fujimori non si mostra turbato da un infortunio nella sua strategia di M&A: l'acquisizione della tedesca Grohe per circa 3 miliardi di euro (il maggior investimento giapponese in Germania) ha comportato una successiva sorpresa negativa, quando si sono scoperte irregolarità nell'affiliata cinese di Grohe, Joyou, che ne hanno comportato il fallimento. L'inchiesta è in corso e nel frattempo Lixil non solo deve fronteggiare perdite intorno al mezzo miliardo di dollari, ma ha avuto problemi con la Borsa di Tokyo, che l'ha tolta dall'indice JPX-400 (benchmark per vari fondi) delle società ad alta efficienza nell'utilizzo del capitale e a superiori livelli di governante. Alla domanda del Sole-24 Ore sulla circostanza per cui è risultato più rischioso comprare una azienda tedesca che una italiana, Fujimori non si lascia trascinare su un terreno comparativo: “Permasteelisa è italiana ma tra le sue controllate ha la società tedesca Gartner, con un'ottima combinazione di competenze”, dice, chiudendo la conferenza stampa alla sede centrale all'ultimo piano del Kasumigaseki Building con un largo sorriso: “Noi amiamo gli italiani”.

“Permasteelisa è una azienda italiana - dice il chief operating officer Riccardo Mollo - che fa parte di un gruppo globale giapponese ed è a sua volta capogruppo italiana di 50 aziende con 8mila persone. Il ‘cervello' resta a Vittorio Veneto, che sarà sempre la guida del settore. In questi ultimi 4 anni siamo profondamente cresciuti e, cosa ancora più importante, soprattutto nei mercati che contano, dal Nord America a Londra”. “E' importante avere un azionista come questo che – aggiunge - avendo una chiara visione industriale, rispetta l'autonomia del business delle aziende che compongono il suo portafoglio. E noi siamo gli unici in grado di realizzare sempre i sogni dei grandi architetti”. Intanto, nella società guidata da Nicola Greco, il direttore finanziario Daniele Crose sta per trasferirsi in Connecticut come responsabile per il Nord America.

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