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Italiano ucciso in Bangladesh, tutti i misteri di un omicidio mirato

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LE IPOTESI

Italiano ucciso in Bangladesh, tutti i misteri di un omicidio mirato

L'uccisione del cooperante italiano Cesare Tavella a Dacca, capitale del Bangladesh, è stata un'esecuzione in piena regola, crivellato di colpi da almeno tre uomini armati in motocicletta che hanno sparato con armi silenziate. E' stato l'Isis a rivendicare l'assassinio secondo quanto riferito dalla direttrice di Site, Rita Katz, su Twitter.

In Bangladesh c'è una considerevole presenza islamista e l'uccisione sembra indicare che l'obiettivo fosse proprio Tavella che lavorava come esperto agricolo per l'organizzazione umanitaria olandese Icco Cooperation. Il Foreign Office britannico aveva appena messo in guardia i propri connazionali dalla minaccia terroristica nel Paese del sudest asiatico, riferendo in particolare di “informazioni affidabili” secondo cui “militanti potrebbero pianificare di colpire interessi occidentali in Bangladesh”.

Le stesse autorità bengalesi hanno subito escluso il movente della rapina. Secondo fonti riservate il cooperante italiano, nato a Milano ma residente a Casola Valsenia, paese dell'Appennino ravennate, lavorava per un'organizzazione che si occupava anche di terrorismo islamico con infiltrati tra i jihadisti sotto copertura. E qui si entra nel campo delle ipotesi. Non si sa se Tavella avesse a che fare direttamente con queste attività ma è abbastanza evidente che i suoi assassini lo hanno in qualche modo collegato all'antiterrorismo occidentale.

La rivendicazione dell'Isis non lascia dubbi: “Una pattuglia ha preso di mira lo spregevole crociato Cesare Tavella a Dacca, dove gli è stato sparato a morte con armi silenziate, sia lode a Dio”. Un'esplicita sentenza di morte. Sull'uccisione di Tavella c'è la firma del Califfato, è forse l'unica certezza di questa tragica vicenda proiettata nelle cronache italiane dalla galassia jihadista.

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