TOKYO - Raccontare la “Milano che cammina” ai giapponesi, tra storia e memoria personale. Lo ha fatto l'artista teatrale e scrittrice Patrizia Zappa Mulas, in felice coincidenza con la visita a Tokyo del sindaco Giuliano Pisapia. All'Istituto italiano di cultura è andato in scena un monologo affascinante che, attraverso un collage di parole, musica e immagini (le foto di sua madre, Maria Mulas) ritrae una città sempre in movimento, tra un grande passato e una continua ricerca di futuro.
L'inedito spettacolo (in lingua italiana con sottotitoli in giapponese) è nato proprio per l'Istituto italiano di cultura di Tokyo (progettato da Gae Aulenti), su sollecitazione del direttore Giorgio Amitrano. Generalmente, per i giapponesi Milano è soprattutto moda e shopping, con contorno di design, finanza e industria. Patrizia Zappa Mulas ha puntato piuttosto a evidenziare “l'anima della città, la sua atmosfera e bellezza segreta. Milano tende a nascondere la sua bellezza, non a esibirla come Roma, Firenze, Venezia”, dice. Un racconto “soggettivo e oggettivo”, dove le orme di Leonardo e Michelangelo si accompagnano ai ricordi personali di bambina.
«Appartengo a quei milanesi i cui genitori sono venuti in città nel dopoguerra, diventati milanesi d'elezione attraverso le arti e i mestieri, come mio zio Ugo e mia madre Maria - afferma -. Ho frequentato il mondo degli artisti in un periodo straordinario. Si era raccolta a Milano la più grande comunità artistica italiana. Un polo di attrazione per artisti di tutto il mondo. Una tradizione della città, forse non molto conosciuta. Gli artisti di tutto il mondo vanno a Milano (a cominciare da Leonardo alla fine del ‘400) perché trovano committenti, lavoro, considerazione». E aggiunge: «Vivo a Roma da qualche anno con una certa sofferenza, rimpiangendo quello che mi manca di Milano…».
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