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Strage alle nozze in Yemen, 130 morti dopo raid saudita

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l’altro conflitto in medio oriente

Strage alle nozze in Yemen, 130 morti dopo raid saudita

Un matrimonio yemenita insaguinato dalle bombe. È salito ad almeno 130 civili uccisi, tra questi molte donne e bambini, il bilancio dei raid di ieri attribuiti ad aerei della coalizione araba a guida saudita nel sud-ovest dello Yemen, che hanno colpito gli invitati a un matrimonio. Il nuovo bilancio è delle Nazioni Unite che stanno cercano di trovare conferme delle cifre. «Se i numeri sono così alti, questo può essere il più sanguinoso incidente dall'inizio del conflitto», ha detto oggi ai giornalisti il portavoce dell'agenzia per i diritti umani dell'Onu, Rupert Colville. I bombardamenti di ieri hanno centrato una sala della località di Mokha, in cui era in corso la cerimonia nuziale. Lo Yemen è un altro Paese del Medio Oriente in cui alla primavera araba è seguito sangue. Un altro Paese in cui le altre potenze della regione regolano i conti a scapito di migliaia di vittime civili: una chiave di questo complesso conflitto è lo scontro fra sciiti e sunniti.

Il bilancio Onu
Sono 2.355 i civili uccisi in Yemen dal 26 marzo scorso, ossia da quando sono iniziati i raid aerei della coalizione militare a guida saudita per fermare l'avanzata dei miliziani sciiti houthi, su richiesta del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi. Lo rende noto l'ufficio dell'Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite, spiegando che solo nelle ultime due settimane sono morti 151 civili negli scontri in Yemen. L'ufficio Onu indica come responsabili delle morti civili sia la coalizione a guida saudita e a sostegno del governo yemenita, sia i miliziani sciiti houthi e le forze rimaste fedeli al deposto presidente Ali Abdullah Saleh. In particolare, Colville ha puntato il dito contro i raid della coalizione araba e i bombardamenti «indiscriminati» di aree abitate. Inoltre, l'ufficio Onu per i diritti umani ha chiesto alla coalizione guidata da Riad e al governo yemenita di consentire indagini «indipendenti e imparziali» nello Yemen.

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