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Raid in Siria, le forze aeree e gli obiettivi militari di Mosca

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L’ANALISI

Raid in Siria, le forze aeree e gli obiettivi militari di Mosca

Poche ore dopo l'incontro tra Barack Obama e Vladimir Putin i cacciabombardieri russi schierati nella base aerea siriana di Latakya hanno dato il via ai raid aerei contro le postazioni dello stato Islamico. In mattinata la Duma, il parlamento russo, aveva dato il via libera a una richiesta in tal senso formulata dal presidente Putin.

Non ci sono ancora dettagli circa gli obiettivi colpiti e i velivoli impiegati ma i raid sarebbero stati effettuati nel settore di Homs bersagliando depositi di armi e centri di comunicazione. In quel settore operano soprattutto le milizie islamiste dell'Esercito della Conquista che include salafiti, fratelli musulmani e i qaedisti del Fronte al-Nusra, che godono del supporto di Turchia, Arabia Saudita e Iraq.

I russi quindi potrebbero aiutare a colpire altre forze ribelli, non necessariamente lo Stato Islamico la cui presenza anche nel settore di Homs è in aumento da alcune settimane con l'obiettivo di interrompere l'Autostrada 4 che consente al regime di Bashar Assad di mantenere i collegamenti tra Damasco e le roccaforti nel nord e lungo la costa. Proprio in questo settore la scorsa settimana fonti israeliane avevano segnalato la presenza di truppe russe, fanti di Marina con blindati BTR.82.

«Le forze aerospaziali della Federazione russa oggi hanno condotto raid in Siria contro le postazioni dello Stato islamico, gruppo terroristico bandito in Russia» ha confermato alla stampa il portavoce del ministero della Difesa russo, il generale maggiore Igor Konashenko. «Il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, ha informato i suoi colleghi dell'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva che nel corso delle operazioni in Siria gli aerei russi colpiranno equipaggiamenti militari, centri di comunicazione , veicoli, depositi di armi, munizioni e carburante appartenenti ai terroristi dell'Isis» ha aggiunto il portavoce.

Damasco invece riferisce di incursioni russe congiunte con i jet siriani richieste dal comando dell'Aeronautica di Assad in tre diverse province: «Velivoli russi e siriani hanno compiuto numerosi attacchi contro posizioni terroristiche nelle province di Hama, Homs e Latakia». Si tratta di aree che si estendono nella parte centrale e in quella occidentale del Paese e di sicuro nel settore di Latakya non vi sono forze dell'ISIS ma solo miliziani dell'Esercito della Conquista e in particolare quaedisti del Fronte al-Nusra.

Ai primi raid aerei Putin ha fatto seguire dichiarazioni distensive precisando che l'impegno militare russo in Siria sarà «temporaneo» e limitato all'appoggio alle forze siriane e invitando Bashar Assad ad assumere una «posizione attiva e flessibile» per essere pronto «per i compromessi nel nome del suo paese e del suo popolo». A conferma che l'incontro con Obama non ha portato ad alcuna alleanza russo-americana ma solo a un accordo tecnico che eviti incidenti nei cieli siriani sempre più affollati di aerei da guerra stranieri, Washington ha fatto sapere di essere stata avvisata da Mosca dell'inizio dei raid aerei russi.

In Siria volano i cacciabombardieri di una decina di Paesi della Coalizione, quelli statunitensi, turchi e talvolta israeliani oltre ovviamente a quelli siriani e russi. Solitamente in questi casi una forza aerea che intende compiere operazioni belliche informa gli altri di tenersi alla larga da un determinato settore (definito “box”) per un preciso periodo di tempo. Gli Stati Uniti lamentano però la carenza di dettagli forniti dai russi prima dell'avvio dei raid ma è improbabile, considerata la diffidenza reciproca, che Mosca si fidi a fornire preventivamente dettagli sugli obiettivi presi di mira.

I raid russi sono stati coordinati dal centro informativo istituito a Baghdad da russi, iraniani, iracheni e siriani a cui non partecipano (benché invitati) gli statunitensi, come ha fatto sapere il generale russo Iuri Iakubov all'agenzia Interfax precisando che «le informazioni sulle incursioni aeree sono state trasmesse anche ai rappresentanti americani a Baghdad».

Le forze russe schierate attualmente in Siria consentono di sostenere una campagna aerea prolungata anche a forte intensità, estendibile anche al territorio iracheno con l'impiego di aerei cisterna. Si tratta di almeno 6 cacciabombardieri Sukhoi Su-30, 12 bombardieri Sukhoi Su-24 e 12 aerei da attacco Sukhoi Su-25. A conferma dell'impegno russo a sostenere anche scontri tattici sul terreno sono stati dislocati a Latakya elicotteri da attacco Mi-24 e da trasporto Mi-17 oltre ad artiglieria, 9 carri armati T-90 e decine di veicoli da combattimento BTR 82 in dotazione a un battaglione di fanteria di Marina che potrebbe avere compiti di difesa delle basi russe ma è in grado di condurre anche azioni offensive. Inoltre è da considerarsi quasi certa la presenza di unità di forze speciali (spetsnaz), secondo alcune indiscrezioni già entrati in azione contro le milizie di al-Nusra. Il dispositivo militare russo comprende sofisticati sistemi missilistici di difesa aerea che destano non pochi sospetti negli ambienti occidentali considerato che lo Stato Islamico non dispone di forze aeree.

«Non ho visto volare aerei dell'Isis. Perché la Russia installa in Siria missili antiaerei Sa 15 o Sa 22?» ha chiesto polemicamente il comandante supremo delle forze Nato in Europa, il generale statunitense Philip Breedlove. Solitamente ogni base in zona di guerra dispone di difese antiaeree (non si sa mai) ma considerato il clima determinatosi con lo schieramento di mezzi russi probabilmente a Mosca qualcuno non esclude possibili tensioni militari con la coalizione e la Turchia.

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