L’Italia ha aderito ufficialmente al brevetto Ue. Lo ha annunciato stamane la Commissione europea. Continua a restare fuori la Spagna, che insieme all’Italia si era opposta, più la Croazia in quanto da poco entrata nella Ue.
Inizialmente, l’Italia non aveva aderito al brevetto europeo, assieme alla Spagna, in segno di protesta per la scelta di privilegiare inglese, francese e tedesco per la registrazione dei brevetti. La decisione, commenta l'esecutivo di Bruxelles, rende ancora più interessante per le società e gli inventori l’utilizzo di una sola procedura per la registrazione dei brevetti in tutti i 26 paesi che fanno parte della cooperazione rafforzata. Inoltre, il costo della procedura diventa competitivo rispetto a quelli, finora molto più bassi, per le società che chiedono brevetti in Usa e Giappone. Per le società italiane l’adesione al brevetto unico significherà un risparmio di tempo e costi per ottenere i brevetti, spiega ancora la Commissione. Già 8 paesi hanno ratificato il tribunale unico dei brevetti, e ora la Commissione chiede che anche gli altri paesi ratifichino al più presto perché l’intero pacchetto del brevetto unico possa essere operativo entro la fine del 2016.
«Rinnovare un brevetto, in tutta Europa, su 10 o 20 anni potrà arrivare a costare a una Pmi fino all’80% in meno rispetto a quanto avviene oggi», ha detto recentemente, durante una visita in Italia, Benoit Battistelli, presidente di Epo (lo European Patent Office, ovvero l’ente che da Monaco di Baviera rilascia i brevetto europei) con l’obiettivo di mettere a punto i dettagli tecnici dell’adesione dell’Italia (annunciata a metà maggio e formalizzata a Bruxelles dall’Esecutivo a luglio) alle regole del brevetto unico europeo.
A metà ottobre l’Italia siederà per la prima volta nel selected committe degli Stati membri aderenti, che sta scrivendo le regole del nuovo meccanismo e soprattutto sta studiando come ripartire gli oneri finanziari tra i diversi Paesi. Oggi il brevetto europeo che Epo gestisce consiste in un insieme di brevetti nazionali validi unicamente per i Paesi selezionati dal titolare che vuole depositare. Quello unitario, che dovrebbe scattare nella prima metà del 2016, conferirà automaticamente protezione legale uniforme in tutti i Paesi della Ue con un unico iter e un unico pagamento.
© Riproduzione riservata