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4/8 I gruppi armati in Siria: Radicali estremisti/Isis

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    identikit dei gruppi armati

    La « guerra nella guerra» in Siria: la mappa degli oppositori di Assad

    Sullo Stato islamico e sulla sua impressionante avanzata in Siria e in Iraq si è già scritto molto. Basti solo ricordare che dal giugno del 2014 quando Abu Bakr al Baghdadi proclamò ufficialmente il Califfato, all'ottobre dello stesso anno, le milizie dell'Isis conquistano città dopo città, da Mosul a Tikrit, fino a controllare una piana arida e ventosa che si distende tra le regioni della Siria nord-occidentale e quelle dell'Iraq nord-orientale estesa quanto la Gran Bretagna, dove vivono otto milioni di persone.

    L'area dove l'Isis è più attivo è il nord della Siria, nei governatorati di Aleppo, Idlib e Raqqa, la “capitale dello Stato islamico”. A partire da gennaio 2014 l'Isis entra in aperto conflitto con le altre forze ribelli abbandonando molte cittadine ma conservando alcune roccaforti tra cui Raqqa (oggi però controllerebbe un terzo del territorio siriano). Nello stesso periodo scatena un'offensiva nella regione di al-Anbar in Iraq, causando il primo importante sconfinamento della guerra civile siriana. Prima alleati con i qaedisti di Jabat al-Nusra, nel 2014 li fronteggia in ferocissimi scontri. Sulle altre milizie siriane l'Isis ha conseguito indubbi successi militari. Il numero dei suoi miliziani è intorno ai 15.000. È la formazione che annovera la maggior parte di combattenti jihadisti non stranieri.

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